Esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B a Pimonte? Sembrerebbe proprio di sì. Numerose, infatti, sono le segnalazioni di residenti che, negli ultimi giorni, si sono visti rifiutare la richiesta di amicizia sul profilo di Facebook del sindaco Giuseppe Dattilo. «Con Facebook si apre per me un nuovo modo di interagire con le persone – scrisse il primo cittadino nel suo primo post (a proposito, complimenti per aver scoperto nel 2010 di poter interagire attraverso la rete con i cittadini) datato 20 settembre alle ore 14.48 – fare comunicazione ed informazione, un luogo in cui poterci confrontare e porre i propri quesiti, una piattaforma in cui dare e ricevere suggerimenti, avere o dare spiegazioni ed operare con tutto quanto fa bene al confronto democratico». Belle e sante parole, se non fosse per un piccolo particolare che non è sfuggito ai pimontesi. A confrontarsi con il sindaco possono essere soltanto i suoi amici e gli amici degli amici. Già, perché se non sei simpatico a Dattilo o se non lo hai votato alle comunali del 2007 non potrai interagire con lui. Il motivo? Semplice: non ti accetta l’amicizia. E così non ci sarà mai spazio per critiche e proposte, mentre si sprecano lodi e apprezzamenti per l’attività amministrativa. Un modo davvero particolare dunque di interagire con i pimontesi, che vengono divisi (proprio come facevano una volta gli antichi maestri delle elementari) in buoni e cattivi. Così, se hai votato Dattilo e apprezzi il suo operato diventi suo amico e puoi elogiarlo su Facebook. In caso contrario invece, finisci dietro la lavagna. In castigo. E, quindi, non potrai mai diventare suo amico, seppur virtuale. Del resto, l’atteggiamento mostrato in questi giorni con la vicenda di Facebook non fa altro che confermare il modus agendi di un’amministrazione che preferisce classificare i pimontesi in propri elettori (e quindi amici) e oppositori (con i quali non ci si può e non ci si deve confrontare, men che meno in rete). E allora, caro sindaco, dalle colonne di questo periodico ci facciamo messaggeri di chi avrebbe voluto essere suo amico per porle alcune semplici domande sull’attività amministrativa. A che punto sono le 1200 pratiche di condono che continuano a dormire nei cassetti del Comune? Come mai le strade di Pimonte sono di nuovo sporche e piene di buche? Perché in paese è stato abolito il servizio civile? E ancora, perché nonostante il notevole risparmio sull’ultima gara d’appalto non sono state abbassate le tariffe per il trasporto scolastico? Questo è quello che si chiedono i cittadini di Pimonte. Poi, in attesa che tutti i pimontesi possano interloquire con il sindaco, spetta a lei decidere il da farsi perché, come disse quel tale, chiedere è lecito e rispondere è cortesia.
Francesco Fusco