Arsenico e vecchi merletti

Ieri ho rivisto con piacere un vecchio film con la regia di Lina Wertmuller e interpretato quasi esclusivamente da due eccellenze del cinema nostrano ovvero Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. Oltre che la versatilità dei due attori e la trovata geniale della regista che ambienta la scena nel panorama mozzafiato di un’isola deserta, ho potuto “leggere” la trama ideologica che è alla base del film. Probabilmente avrete indovinato che trattasi di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”. Trattasi, appunto, come dice a metà film il Giancarlo rivolto alla Mariangela dall’alto di una rupe, “di isola deserta”.
Lo sgomento, la paura che questa affermazione provoca nella protagonista precorre i tempi ed esce dallo specchio del film invadendo il campo in ombra del primordiale, del personale, del saper fare, dell’abilità, del talento. Diventa la lotta dell’uomo per la sopravvivenza contro la fame primordiale e micidiale. La lotta della superiorità del maschio sulla femmina. La lotta del sentimento contro la ragione. La lotta del proletario contro il borghese. La lotta dell’abitudine e comodità contro il cambiamento che reca in sé l’incognita del domani.
La connotazione ideologica del film è molto forte e presente (trattasi di film anni ’70/’80), ma è già caricaturale ed in questo precorre gli avvenimenti che si sono succeduti negli anni successivi. “Il partito è sacro  recita l’operaio Giancarlo  e tu che sei una “bottana industriale” devi baciare il pugno alzato al cielo”.
A furia di dare spallate, di demolire i parametri ideologici del ‘900 (vedi anche l’intervento di Dario Franceschini di questi giorni), si è arrivati all’assenza completa del vincolo culturale e storico di una grande tradizione scientifica e dialettica di tutta la sinistra italiana, appunto a “un’isola deserta”.
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