Perdita di fiato

“Il mio corpo fu impiccato, ma io non avevo fiato per esserlo” (Edgar Allan Poe, I Racconti). Non avere voce, essere senza fiato per esprimersi, per ribadire l’insofferenza alle istituzioni (democratiche?) this is the question.
E questo fino alla fine, fino alla morte (mortificazione) dello spirito. L’affare Fiat ne è una riprova: si arriva perfino a pagare degli operai purché non lavorino, purché non abbiano voce e fiato per urlare. Ma non è il solo esempio dei senza voce, nel mondo ce ne sono a migliaia. I giovani hanno imparato la lezione a proprie spese: meglio essere indifferenti alle sollecitazioni così almeno un filo di fiato rimarrà per respirare. Meglio l’atmosfera anaerobica nelle discoteche e negli stadi piuttosto che quella carica di gas asfissianti dell’impegno civile o politico. Sembra un paradosso ma non lo è perché contro il mostro con sette teste non si può combattere. Non rimane altro da fare che ammutolire ed ingoiare il rospo sperando in una resurrezione degli impiccati.
Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano