Una nuova Era non è solo auspicabile… è necessaria

Ancora morti, ancora lutti per l’Italia. Altri quattro giovani alpini morti in Afghanistan.

Ci si chiede da più parti, se vale la pena morire per una Italia che ha smarrito i valori,per una società che calpesta i principi morali.

Questi nostri giovani eroi sono la faccia pulita di una nazione  che vive sulla corruzione, le truffe, l’economia fittizia,le pubblicità ingannevoli,gli adescamenti per via telematica, imprese fittizie, ma anche lavoratori troppo facili all’assenteismo  o a malattie immaginarie o inesistenti, o scansafatiche  in attesa che trascorra veloce il proprio turno di lavoro.

Non occorre andare oltre, ma certamente chi  legge, potrebbe con facilità allungare questa triste lista. Per fortuna  il periodo  delle vacche grasse è finito, almeno spero. È il momento insomma di premiare le qualità, il sacrificio, l’impegno, la passione. Bisogna scendere in campo con la passione delle idee e dell’impegno civile se vogliamo lavorare veramente al riscatto della/e nostre comunità.

Qualcuno ha scritto giorni fa “Per giorni migliori rimbocchiamoci le maniche”.

Ci sono drammatiche situazioni che dovrebbero toccarci profondamente, farci agire e che, invece , con la giustificazione  che non dipendano da noi, o che magari non ci riguardano direttamente, facciamo di tutto per ignorarle, quasi come se  non esistessero.

Disastri ambientali, incidenti sul lavoro, apertura di nuove discariche, la raccolta differenziata dei rifiuti, l’infinita emergenza rifiuti,l’individuazione di un’isola ecologica,la violenza sui bambini, mamme che uccidono i propri figli e figli che uccidono le proprie mamme, l’inquinamento del mare, del suolo e dell’aria, la diffusione di malattie e patologie alimentari e…

In questo sistema in crisi, non emerge per il momento qualcosa di alternativa,semplicemente si cerca di tamponare le falle: fino a quando?

Nel nostro piccolo come volontari della ProNatura ce la mettiamo tutta, ma facciamo una gran fatica a farci ascoltare.

Dobbiamo riprendere a credere e sperare nel futuro, non sentirci estranei, ma protagonisti tutti.

Il cittadino responsabile che esercita i propri diritti, deve partecipare attivamente alla gestione dei problemi della comunità e lavorare per la loro positiva risoluzione.

Partecipare per condividere obiettivi, strategie, progetti. La partecipazione allunga i tempi di realizzazione , ma è l’unica che fa superare difficoltà e incomprensioni, contribuisce ad aumentare la qualità dell’ambiente sociale, culturale ed economico, consente di sentirsi più sicuri, produce un maggior senso di appartenenza al territorio ed è il risultato finale quello che conta.

Nella tasca di uno dei soldati italiani uccisi qualche tempo fa in Afghanistan c’era un biglietto con queste parole:

“Sono stato quello che gli altri non volevano essere,–  sono andato dove  altri non volevano andare,

–ho portato a termine quello che altri non volevano fare.– Ho visto il volto della paura e sentito il morso del terrore,

–quando giungerà la mia ora agli altri potrò dire che sono orgoglioso per quello che sono stato:

UN SOLDATO.”

In questa società come la nostra ripiegata sui propri egoismi e ormai orfana di ogni virtù mantenere vivo il sentimento morale e civico dell’indignazione sa di profezia.

Vogliamo esserci per cambiare e incidere nella storia e nella vita  delle persone e delle istituzioni. Vogliamo continuare a farlo, con passione e dedizione, competenza e professionalità, chiedendovi di aiutarci a partecipare e di indignarvi insieme a noi quando occorre.

Forse il periodo di crisi che stiamo attraversando è propizio per cercare di far evolvere la mentalità. Scopriamo che i nostri problemi e limiti non sono unicamente economici, sociali, finanziari, bensì etici e spirituali. Forse è il momento se abbiamo a cuore il bene dei nostri figli e ci preoccupa il loro e il nostro domani, di riprendere la strada di una vita cristiana autentica.

Una società sprofondata a tal livello è una società che ha messo da parte DIO e ha scelto di condurre una vita senza valori.

Occorre, e lo diciamo da tempo ma ahimè inascoltati, “un patto per la scuola” specie in tema di educazione civica ecologica ambientale tra comune, associazioni, parrocchie ed enti vari, affinché collaborino per superare carenze di pianificazione e difficoltà di gestione, e per evitare improvvisazioni ed accavallamenti di iniziative

Organizzare giornate ecologiche, pur valide sotto ogni punto di vista, sono solo iniziative estemporanee, ma non vanno alla radice del problema. Il motto di ProNatura lanciato ben 30 anni fa in tema di pulizia era :

SPORCARE E’ FACILE, PULIRE E’ MENO FACILE,MANTENERE PULITO E’ FACILISSIMO.

Se oggi la città di Castellammare è sporca, nonostante i nostri sforzi, significa che le forze in campo ieri come oggi, sono state sempre impari, pochi a pulire, molti a sporcare.

Cosa fare? È semplice a costo di essere ripetitivo, bisogna partire dalla scuola, coinvolgendo dirigenti, personale docente e non docente, alunni e famiglie con progetti facilmente realizzabili. E  se questa amministrazione stabiese imboccasse la strada della collaborazione ad ogni costo, sappia che da oggi saremo sempre al suo fianco.

Ci aspettiamo pertanto  a breve l’indicazione di un tavolo di concertazione dove gli attori in campo possano esprimere le proprie opinioni e avviare un serio progetto di sostenibilità per la  città, teso a trasformare tutte le bellezze che Iddio ha voluto donarci in ricchezza per i cittadini, attraverso comportamenti quotidiani essenziali e corretti e nuove abitudini di vita.

Se i nostri giovani sono caduti in Afghanistan, per riportare la pace in quei luoghi martoriati da guerre intestine,non meno  preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza, se non addirittura dall’abuso nei confronti  della terra  e dei beni  naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile rinnovare e rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente, per coltivare la pace e custodire l’ambiente. FARE, FARE BENE, FARE INSIEME, deve essere lo slogan che deve guidare i nostri passi in futuro, perché da soli non si va da nessuna parte. Si cresce insieme, si perde insieme.

prof. Catello Filosa, ProNatura

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