Un’esplosione di rabbia

Ho amato tutto, tanto da rappresentare perfino le pietre, le rocce e quella natura insensibile che supponevo mi sentisse e mi amasse.
Queste parole appena pronunciate o scritte potrebbero appartenere all’anima sensibile di un poeta o di un pittore.
Il poeta, il pittore, sanno estrarre dalla natura il desiderio di vivere e di lottare, un desiderio che la natura ci restituisce in tutta la sua profondità, concretizzato nei colori e nelle ombre, nelle ansie e nei timori. Il poeta fa uno scavo denso con una volontà tenace di trovare il coraggio e la forma, per esprimere le difficoltà del vivere con un linguaggio piano, scarno, duro, come la secolare vicenda degli uomini del sud.
Ecco cosa pensa e cosa scrive il poeta oggi dopo secoli di storia dedicati al sentimento e alla passione. Né potrebbe essere diversamente rappresentato il rapporto che egli intrattiene con la natura. Essa è schiacciata come un sigaro ancora fumante sotto i tacchi del Generale Interesse nel generale disinteresse. Ma qualcosa si muove!
Le ultime vicende che hanno avuto come protagonista il Parco Nazionale del Vesuvio sono una traccia del cambiamento d’umore. Sono una traccia sensibile che non bisogna essere a tutti i costi un poeta, per portare il dovuto rispetto ad un mondo in cui siamo ospiti, per un tempo relativamente breve.

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