Cacciatori d’immagini per scongiurare l’odiosa pratica del bracconaggio

Negli ultimi giorni numerose segnalazioni di casi di bracconaggio sono giunte alla redazione del Gazzettino Vesuviano, tra queste l’accorato appello del presidente del WWF Penisola Sorrentina Claudio d’Esposito che ha voluto denunciare il massacro di specie protette da parte di incoscienti cacciatori che, in appena 2 settimane dall’apertura ufficiale della stagione venatoria, hanno già abbattuto o ferito decine di animali. Episodi questi che inquadrano benissimo la figura del bracconiere, ovvero il cacciatore di frodo che in barba a tutte le leggi e i regolamenti vigenti abbatte o cattura animali senza distinzione alcuna, con i mezzi più disparati e crudeli. Significative in tal senso la dichiarazione di d’Esposito “La cosa più mortificante è che si ha la sensazione di vivere in un paese dove alcune regole non esistono…e tra queste quelle riguardanti l’attività venatoria…o meglio pur se esistono le leggi poi, di fatto, esse sono continuamente e impunemente disattese”. Spesso il bracconiere è una persona che non ha una cultura ambientalistica ed esprime in modo sbagliato un’attrazione per gli animali, perseguitandoli e molto spesso ammazzandoli. Ma il bracconiere in fondo, come tutti i cacciatori, è anche un ottimo osservatore e conoscitore della natura e delle proprie vittime, basterebbe solo indirizzare queste capacità a fin di bene e tutto sarebbe meno triste. Noi del Gazzettino Vesuviano abbiamo cercato di capire le ragioni di chi pratica la caccia, intervistando alcuni cacciatori e bracconieri, dalla nostra indagine è emerso che molti sono attratti dall’arte venatoria (lecita ed illecita) perché adorano passare momenti immersi nella natura, altri perché trovano eccitante il brivido provato quando scorgono la preda, altri ancora hanno sottolineato come la caccia sia anche un momento, per loro, di aggregazione sociale, quasi nessuno ha ritenuto l’uccisione come fattore essenziale che li spinge a cacciare. In pratica la caccia dell’uomo moderno ha ben poco da spartire con la caccia a scopi alimentari degli altri predatori terricoli. Il Cacciatore uomo potrebbe tranquillamente appagare il suo desiderio di natura, di caccia inteso come lo scovare una “preda” e di momento di aggregazione sociale senza provocare uccisioni. Basterebbe rimodulare il senso della caccia, basterebbe trovare un’alternativa valida al “colpo di fucile”. L’alternativa potrebbe essere l’osservazione, i cacciatori dovrebbero tramutarsi in cacciatori d’immagini, Italo Calvino presentando il libro “Storie naturali” di Jules Renard (Einaudi 1977) e rifacendosi al primo racconto del testo, delinea magistralmente questa figura: “Il cacciatore d’immagini è il tipo di cacciatore meno distruttivo che ci sia. Lascia a casa le armi e si accontenta di aprire gli occhi. Gli occhi gli servono da reti, dove le immagini si imprigionano da sé. Ma gli occhi da soli non bastano: ci vuole l’immaginazione, o meglio la rapida associazione mentale tra qualcosa che l’occhio osserva e un’idea, un ricordo di qualche altra cosa completamente diversa ma che rivela una inattesa somiglianza con la cosa osservata. Tutto questo in un batter d’occhio: anche perché ciò che il cacciatore di immagini osserva di preferenza non sono cose inanimate ma animali vivi – cigni o farfalle, lucertole o lepri – e la sua immaginazione è tutta movimento.” Per chi volesse provare a diventare un cacciatore d’immagini, proprio in questi giorni una lodevole iniziativa dell’ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale) propone l’interessante corso di birdwatching (letteralmente guardando i volatili) che mira a formare una nuova schiera di amanti della natura capaci di compiere osservazioni sulla ricca avifauna italiana. Il corso partirà il 22 ottobre prossimo, le lezioni si terranno presso l’Oasi del WWF “Cratere degli Astroni”, il programma prevede lezioni frontali, tenute da giovani e valenti esperti ornitologi come i naturalisti Davide De Rosa e Rosario Balestrieri, alternate da prove pratiche sul campo, in località suggestive quali le zone umide del litorale domitio, il Parco Regionale del Matese, il “Bosco di Capodimonte” e il “Parco Virgiliano”; garantiti il contatto con la natura, il brivido dell’avvistamento e l’aggregazione sociale. Per chi fosse interessato e volesse maggiori informazioni si consiglia di consultare il sito web www.asoim.org. Come ci spiega il prof. Maurizio Fraissinet, fondatore dell’ASOIM, “il corso di birdwatching viene organizzato ogni 2 anni e quello svoltosi nel 2008 ha riscosso un successo strepitoso con oltre 40 iscritti e molti dei partecipanti poi sono rimasti legati all’Associazione, al punto da trovarli anche tra gli autori dei testi del nuovo Atlante degli uccelli nidificanti in Provincia di Napoli. 2007 – 2009.” Parole che confortano e fanno sperare, perché più cacciatori d’immagini ci saranno in giro e sempre meno animali ammazzati per futili motivi troveremo sul nostro cammino.

Ferdinando Fontanella

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