Vi è mai capitato di desiderare di essere abbracciati mentre si guarda una scena di un film o mentre si osserva un tramonto o quando tra la gente si ci sente comunque soli? Penso di si, quasi a tutti capita e soprattutto quando non si ha vicino la persona amata.
L’abbraccio è un gesto spontaneo, intimo e sincero. Un gesto semplice che però comunica amore e fa bene a chi lo da e a chi lo riceve; il momento in cui l’eros si scioglie in qualcosa di più dolce, che trasmette protezione e comunicazione profonda.
In alcuni popoli e culture l’abbraccio non è solo un modo di comunicare tra amanti o tra genitori e figli, ma è anche una forma di saluto e di incontro per conoscere meglio l’altro. Ci si abbraccia tra sconosciuti, che dopo l’abbraccio non sono più tali. Nel mondo occidentale, invece, l’abbraccio è assai poco frequente, perfino tra amici e parenti, e quando lo si fa avviene in modo frettoloso, con il minimo contatto fisico e di durata.
Rispetto al bacio l’abbraccio può avere diverse connotazioni; c’è chi lo considera più sensuale dell’unione delle labbra perché i corpi si avvicinano, aderiscono e si sente l’affinità della coppia. Tuttavia l’abbraccio non è solo una manifestazione erotica, perché esistono varie tipologie: abbracci protettivi, affettivi, amichevoli. Quindi non solo c’è la sensazione di fusione profonda e il significato erotico,ma c’è anche il senso di accoglimento che riporta a sensazioni positive dell’infanzia. Anche nelle coppie appena formate questo gesto è fondamentale perché rassicura e sottolinea che non si tratta di un legame esclusivamente erotico.
Abbracciare assume importanza sempre: nei momenti di gioia, di dolore, ma anche in situazioni senza motivo, perché serve a sottolineare l’importanza dello stare insieme. Addormentarsi abbracciati, per esempio, dovrebbe essere una pratica abituale e non solo all’inizio del rapporto. Ci sono poi momenti in cui è opportuno recuperare questa abitudine: per esempio quando nasce un figlio, perché si perde il fatto di essere coppia e ci si sente solo genitori. L’abbraccio serve a ristabilire invece quel contatto tra i partner, senza necessariamente avere un valore erotico. Anche prima del parto, quando i rapporti sessuali vengono meno, la forma di contatto dell’abbraccio è molto preziosa perché aiuta a non trovarsi rigidi e lontani quando poi la sessualità tornerà.
Daniel Schnarch, autore americano di saggi sulla longevità del matrimonio, teorizzava l’esercizio terapeutico “abbracciatevi finché non vi rilassate”. I suoi esercizi consistevano nello stringersi oltre i tempi canonici imposti da fretta, abitudine e pudore. Superato l’impaccio e abbandonati al gesto, si dovrebbe provare un profondo rilassamento. Attenzione però, l’abbraccio va dato o ricevuto per scambiarsi energie positive non per esprimere territorialità o possesso. Bisogna però trovare un giusto equilibrio tra stringere a sé il partner e lasciarlo respirare: accogliere e farsi accogliere, offrire condivisione di spazi ma non trattenere, non soffocare e saper stringere la persona il tanto che basta per farla sentire sicura e poi lasciarla andare, ricordandosi di rispettare l’individualità dell’altro.
Quanti abbracci sono necessari perché se ne tragga beneficio?
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che tutti abbiamo bisogno da 4 a 12 abbracci al giorno: 4 per il mantenimento del benessere psicofisico, fino 12 per incrementarlo e soprattutto nei momenti di bisogno. A livello fisiologico si è scoperto che l’abbraccio permette la produzione dell’endorfina, che ha una struttura chimica simile a quella della morfina, quindi diminuisce il dolore e aumenta il piacere, ma si è notato che funziona anche per far superare i dolori del passato.
E tu che leggi, quanti abbracci fai al giorno e quanti ne ricevi? Contali un po’!