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Ecco le piante ‘protette’ dagli Scavi di Pompei

Gli Scavi di Pompei, che sono da 250 anni area demaniale protetta, conservano e proteggono specie botaniche ormai estinte anche nel Parco Nazionale del Vesuvio per effetto delle modifiche ambientali e del trasformarsi delle cave in discariche. I risultati degli studi sulla flora vesuviana condotti dal Laboratorio di Ricerche Applicate della SANP, diretto da Annamaria Ciarallo, sono al centro del convegno “Scienze naturali e archeologia. Il paesaggio antico: interazione uomo/ambiente ed eventi catastrofici” che si apre domani al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

‘Se gli scavi di Pompei sono quindi diventati rifugio per una flora altrove scomparsa – spiega Annamaria Ciarallo – è stato sopratutto grazie all’attenta gestione del verde che, cominciata con la bonifica delle infestanti voluta dal Soprintendente Conticello, è stata perseguita dal suo successore, prof. Pietro Giovanni Guzzo: essa ha permesso non solo di recuperare il patrimonio verde dell’antica Pompei, ma anche di salvare molte specie ormai rare e altrove estinte”

Il convegno è organizzato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio di Benevento, ed è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Facoltà di Scienze MM.FF.NN, dal Dipartimento di Studi Geologici e Ambientali, dall’Università degli studi “Federico II” di Napoli e dal Ministero per l’Ambiente, Parco Nazionale Appennino Lucano. La giornata di apertura sarà presieduta dal Prof. Angelo Guarino, Presidente del Comitato Nazionale Beni Culturali del CNR.

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