Alla luce dei recenti dati sconvolgenti, emersi dalle indagini effettuate dall’Asia e di cui sono a conoscenza, anche Arpac e Provincia di Napoli, da cui si evince inequivocabilmente l’inquinamento delle falde acquifere delle zone circostanti la discarica Sari è davvero da irresponsabili continuare a consentire l’utilizzo di quel sito.
Oltre al grave rischio di danni alla salute per gli abitanti della zona, oggi si aggiunge il danno economico, dal momento che sarà impossibile continuare a coltivare e a produrre i prodotti tipici vesuviani quali il pomodorino del piennolo e il Lacryma Crhisti.
Non è più tempo di scaricabarile, non si può continuare a tergiversare quando in ballo vi è la salute e la sicurezza dei cittadini, è ora di agire.
Cesaro firmi il decreto di chiusura della discarica SARI.