Sono le ore 2 di domenica mattina e sulla rotonda “4 giugno” non c’è più nessuno. Sono settimane ormai che i manifestanti hanno rinunciato alla lotta infuocata delle settimane scorse.
A Terzigno invece no. Sabato mattina i manifestanti hanno bloccato sei autocompattatori, di cui tre senza assicurazione che, secondo il vice sindaco Francesco Ranieri, perdevano percolato. L’ARPAC ne avrebbe preso un campione per esaminarlo. Sempre sabato, alle 21 circa, alcuni di questi automezzi sono stati portati via. Oggi per le strade dei paesi vesuviani ci sono 150 tonnellate di rifiuti perché a quanto pare sono in corso lavori di assestamento nella discarica di Chiaiano e sicuramente la manifestazione di Terzigno non ha giovato allo sversamento.
Durante la notte tra sabato e domenica, in Corso Leonardo da Vinci, i cittadini hanno innalzato una barricata con una lamiera di alluminio per ostacolare la polizia e il passaggio dei camion. È stato presente anche un parroco per mediare tra forze dell’ordine e manifestanti. I cittadini sembravano volerlo difendere in primis dalla stampa. Non hanno voluto dire niente a proposito della Parrocchia a cui appartiene, né il suo nome, “per non passare un guaio”.
In via Pianillo dopo qualche minuto è stato incendiato un autocompattatore, e nei pressi della Circumvesuviana sono stati bloccati circa quaranta camion.
Tra le innumerevoli vittime, sono stati dimenticati i camionisti. Nessuno parla del rischio che corrono tutte le sere quando sono obbligati a portare i rifiuti nel Parco Nazionale del Vesuvio. Sono obbligati. Hanno figli e mogli da mantenere, e vengono minacciati di perdere il lavoro. Non possono rifiutarsi. È stato inutile spiegargli che devono combattere anche loro, per il diritto alla loro vita.
Giovanna Sorrentino