Uil: «Pompei scavi fa gola a molti»

“Pompei fa gola a molti: tanti sono più o meno interessati ad entrare nella spartizione di una torta di grande valenza economica”: Gianfranco Cerasoli, segretario nazionale della Uil beni culturali, torna a parlare del sito archeologico più famoso del mondo, intervenendo nel dibattito aperto sul modello di gestione da adottare per Pompei.Giudicando “sbagliata” la scelta di optare per la Fondazione, Cerasoli riporta invece d’attualità il modello delle Soprintendenze speciali, come lo è stata Pompei dal 1997 e fino al 2006, prima della riforma dell’ex ministro Rutelli che accorpò Napoli con Pompei. “Bondi  dice Cerasoli – ha sbagliato a dare il proprio assenso al commissariamento di Pompei come del resto su tutti gli altri commissariamenti poiché se il problema è quello di svincolare le Soprintendenze dai vincoli della contabilità di Stato e dalle norme sui contratti pubblici, ricorrendo alle deroghe di cui si serve la Protezione civile con il pretesto dell’emergenza, si assuma la responsabilità di dirlo chiaramente e chieda al Parlamento una speciale regolamentazione per i beni culturali, senza però venir meno alla normativa del Codice dei beni culturali. Per quanto riguarda Pompei , rimedi al grave errore fatto dal suo predecessore Rutelli quando ha deciso l’accorpamento con Napoli ricostituendo due Soprintendenze distinte e autonome. L’esperienza di Guzzo e da ultimo di Proietti, invece, ci dicono che il modello delle Soprintendenze speciali autonome è un modello non solo valido ma è da potenziare ed estendere anche ad altre realtà italiane. Dare nuovo impulso al modello delle Soprintendenze speciali dando la possibilità di poter derogare dalle norme dei lavori pubblici, ovviamente sottoponendole a rigorosi sistemi di controllo e di verifica, nonché dandogli la possibilità di pagarsi il personale in sostituzione di quello cessato, attraverso l’impiego di risorse finanziarie proprie, consentirebbe di continuare lo straordinario lavoro di restauro e di tutela ma anche di non disperdere il patrimonio di eccellenza professionale unico al mondo procedendo ad affiancamenti mirati specie nel delicatissimo settore della conservazione”. In ultimo, il parere contrario di Cerasoli sulle Fondazioni. “Le fondazioni  dice – sono un modello che non è applicabile alle realtà dei beni culturali e l’esperienza del Museo Egizio non è di certo esaltante”.
M. P.
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