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Pompei è città, festa a metà

Non siamo soliti farlo, ma questa volta ci pare proprio necessario. Ebbene: “Noi l’avevamo detto”.  L’avevamo detto, infatti, che per i preparativi della Festa della Città erano stati causati ai cittadini disagi di ogni tipo. Ad esempio, avevamo già segnalato che la potatura delle piante con grossi mezzi meccanici e la sistemazione delle bandiere sui pali della luce, erano state effettuate proprio nelle ore di punta del traffico cittadino, contribuendo non poco a far definitivamente impazzire una circolazione viaria di per sé già non agevole. Avevamo detto che la somma spesa per i festeggiamenti (intorno agli 80mila euro) era parsa un po’ eccessiva per i tanti cittadini delle periferie che da anni aspettano anche solo l’asfalto nella propria strada piena di buche. Avevamo anche detto che proprio le periferie non “sentono” la Festa “Pompei è Città” perché poco coinvolte nelle manifestazioni che, puntualmente ogni anno, si svolgono soltanto nel centro cittadino (così come l’abbellimento delle strade). Insomma, avevamo lasciato intendere a chiare lettere che questa Festa fosse un po’ indigesta ai più, siano essi commercianti e cittadini. Ebbene, l’ennesima conferma a quanto avevamo anticipato ce l’hanno data proprio gli imprenditori di Pompei che durante i “festeggiamenti” hanno manifestato tutta la loro disapprovazione verso la Festa “Pompei è Città”. Perché hanno protestato (anche) i commercianti? Semplice: è bastata la decisione dell’amministrazione comunale (a dir poco infelice) di chiudere al traffico, per ben tra giorni, piazza Bartolo Longo per consentire la costruzione del palco che ha ospitato due eventi musicali (i concerti di Valentina Stella e dei Gen Verde, tra venerdì e sabato) per paralizzare il traffico cittadino, isolare tra loro i due poli commerciali della città (via Roma e via Lepanto) e creare ingorghi pazzeschi, di fantozziana memoria, tra viale Mazzini, via Nolana e le stradine del centro. Risultato: cittadini ancora più indispettiti di prima, e commercianti con i negozi vuoti. Questi ultimi hanno coniato anche lo slogan “Pompei è Città, Festa a metà” (riportato sulle locandine affisse in quasi tutti gli esercizi commerciali). Insomma, una festa che invece di portare turismo e vivacità commerciale ha finito per colpire proprio le categorie produttive (oltre a quella, già tartassata e non coinvolta nella festa, dei cittadini). Ecco come i commercianti hanno spiegato le loro ragioni: “In questa occasione, come negli anni precedenti l’amministrazione ha inteso richiedere il contributo dei commercianti per garantire la tradizionale degustazione. Gli imprenditori, coerentemente, hanno deciso di fornire il loro fattivo supporto, orgogliosi di partecipare a questo evento. Con amarezza, però, siamo costretti a registrare la mancata concertazione  delle strategie legate alla viabilità, da parte dell’amministrazione. La circolazione del traffico cittadino è stata stravolta, rendendo di fatto inaccessibili le attività commerciali, che ne sono uscite fortemente penalizzate. La sensazione di molti esercenti è che i loro diritti siano variabili dipendenti da altre priorità che si stentano a comprendere del tutto. Le grandi aperture e disponibilità ad un costruttivo dialogo recentemente ventilato dall’attuale amministrazione, vengono contraddette nei fatti in maniera sistematica. Certi che un così evidente errore di valutazione sia frutto di un’ azione politica che troppo spesso si pone al di sopra di ogni altrui interesse, riteniamo opportuno rimarcare che la superficialità di talune scelte, che di fatto danneggiano l’immagine e la forza economica della città, non devono né potranno in futuro non tener conto della categoria che come spesso accade, ci rimette”. Insomma, dicono i commercianti, mancato coinvolgimento e scelte superficiali: come volevasi dimostrare, noi l’avevamo detto.
Gennaro Cirillo
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