Castellammare: la pescheria diventa gastronomia

Da un po’ di giorni nella città delle acque è possibile osservare una singolare scenetta, persone che girano per le vie del centro con un cartoccio fumante, il classico “cuoppo” napoletano, da cui mangiano con gusto una croccante frittura di pesce. Incuriositi proviamo a chiedere la provenienza della prelibatezza, ci viene indicata Piazza Giovanni XXIII, proprio sotto i balconi del governo della città. Nell’aria un odore di pesce fresco misto a quello di cucinato, una sorta di traccia odorosa che ci porta dritti ad un piccolo negozietto, una minuscola insegna indica che si tratta della “Gastronomia del pesce”. A prima vista sembra la classica pescheria partenopea, il pescivendolo col berretto di lana calcato in testa, gli stivaloni di gomma ai piedi e il grembiule impermeabile è intento a sistemare il banco del “pesce” fresco dove in bella mostra ci sono alici, orate, scorfani, razze, polpi, seppie, lupini, vongole, gamberi e cicale di mare; a guardar bene però ci si accorge che in questo negozio c’è qualcosa di innovativo, uno spazio adibito a gastronomia. Ai fornelli, vestita di candido bianco, si destreggia la gentilissima cuoca Anna Cesarano, l’ideatrice di tutto, che accetta di fermarsi un attimo per raccontarci del suo piccolo successo: «Ho voluto avviare questa attività per coniugare due grandi passioni, quella per la cucina – la signora Anna ha una lunga esperienza di cuoca – e quella per il mare, mio marito gestiva una pescheria nel centro antico di Castellammare. Il mio sogno è quello di poter lasciare qualcosa di buono che assicuri un futuro di dignitoso lavoro per i miei figli che così non saranno costretti ad emigrare lontano, come tanti giovani hanno già fatto».

A  giudicare dall’ottimo riscontro di pubblico che l’attività ha avuto si direbbe che la signora ha fatto centro, del resto come tutti sanno oggi si consuma poco pesce perché molte giovani massaie non amano cucinarlo e la sicurezza di avere una persona di fiducia che te lo prepara è per tanti l’occasione di riassaporare ottimi piatti di mare. Chiediamo come funziona la gastronomia: «Chi entra può acquistare il pesce fresco, tutto pescato in Italia, come in una classica pescheria o  decidere di farselo cucinare da me, portarlo a casa e mangiarlo. Solitamente il cliente indica il pesce che desidera mangiare, io gli consiglio il modo migliore per gustarlo e una volta ricevuto il via libera mi adopero per cucinarlo – ci spiega la signora Anna – il cliente può aspettare e osservare le fasi della cottura – la cucina della gastronomia è circondata da ampie vetrate – o ritirare il piatto pronto ad un orario prestabilito. L’alternativa, per chi ha fretta, è quella di acquistare i piatti di giornata esposti nel banco vetrina, la scelta è comunque varia  e si va da pietanze tradizionali come i “purpetielli alla luciano” a quelle più complesse come il merluzzo in agrodolce e le seppie ripiene di verdura. I prezzi della gastronomia del mare non sono fissi, variano in base alla quotazione di mercato del pesce, chi entra può dunque decidere di mangiare il pesce più a buon mercato, spendendo poco ed avendo la certezza di gustare comunque saporiti piatti». Un’altra delle caratteristiche di questa singolare pescheria è quella di preparare il cuoppo da passeggio «si tratta del tipico cartoccio di carta paglierina che nel napoletano viene usato per le caldarroste, i panzerotti e le pizzette – ci spiega la signora Anna – noi invece ai nostri clienti gli offriamo un fritto misto di giornata, i napoletano hanno sempre avuto la tradizione di mangiare in strada, da oggi oltre alle classiche castagne arrostite, pizze e fritture di rosticceria potranno gustare il sapore del mare». Prima di salutare la signora Anna, che ha fretta di ritornare ai fornelli, ordiniamo una saporita frittura ed usciamo dal negozio anche noi contenti, come tanti altri, con un cuoppo fumante in mano.

Ferdinando Fontanella


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