«La polizia si sbaglia: a Terzigno c’è una protesta, non una guerriglia». Lo ha detto Luisa Bossa, deputata Pd, che, in un duro intervento alla Camera, nell’Aula di Montecitorio, ha chiesto al ministro dell’Interno Maroni di garantire ai cittadini della zona vesuviana il diritto costituzionale ad esprimere pacificamente il loro dissenso. «Non vorrei – continua Bossa – che gridare alla guerriglia fosse solo un modo per autorizzare se stessi a usare qualunque metodo, magari molto violento, per reprimere il dissenso, che è garantito come diritto fondamentale dei cittadini. Ci vuole un supplemento di senso di responsabilità e giudizio. Io non vorrei che avvenisse qualcosa di tragico. Prima che ciò succeda, mi appello al ministro dell’Interno: intervenga per garantire attenzione, giudizio, equilibrio nella gestione dell’ordine pubblico». La deputata campana aggiunge: «È vero che ci sono stati anche episodi violenti da parte di alcuni gruppi di manifestanti, peraltro ben isolati e che curiosamente sono sempre abbastanza liberi di agire. Questi episodi vanno condannati con fermezza e i primi a farlo sono proprio i comitati di protesta, consapevoli che lanci di pietre e bottiglie incendiarie fanno solo male ai loro buoni argomenti. La protesta di Terzigno, però, non è guerriglia. Lì c’è una moltitudine di donne e uomini che ha il terrore di veder trasformato il territorio in uno sversatoio permanente di rifiuti pericolosi. Appare paradossale – conclude Bossa – che i richiami al senso di responsabilità arrivino da persone come Cesaro e Cosentino, su cui pendono inchieste penalmente molto gravi proprio sulla commistione tra clientelismo, camorra, affari e business dei rifiuti. Visto che non hanno il buon gusto di dimettersi, avessero almeno la decenza di tacere».