Il Gazzettino vesuviano | IGV

Sant’Antonio Abate: senza stipendio da otto mesi, protestano i lavoratori della Ruggiero Costruzioni

Secondo giorno di sit-in degli operai dinanzi al cancello della casa del titolare della ditta “Ruggiero Costruzioni  Srl”. I nove operai reclamano lo stipendio  che da otto mesi  non viene versato da parte della  società. La Ruggiero Costruzioni, solida realtà, nota da anni come appaltatrice diretta della Sirti e negli ultimi anni della Wind opera nel settore della messa in posa di cavi in tutta Italia con un fatturato annuo medio che si aggira intorno ai tre milioni di euro, come riportato da impresaitalia, la stessa  dà lavoro a circa 40 persone. Sembrerebbe che la crisi finanziaria non abbia risparmiato neanche quest’ultima che vanta  credito da parte delle imprese committenti, e di conseguenza ha  trasferito il disagio nei confronti dei propri lavoratori. A nulla sono serviti i numerosi  tavoli di concertazione per rimettere ordine nei pagamenti,  i quali non sono mai stati rispettati da parte della Ruggiero Srl, se non quello di versare un acconto di settecento euro in toto sulle mensilità. Intanto la vicenda è approdata al tribunale di Torre Annunziata con decreto ingiuntivo richiesto dall’Avv. Raffaele De Felice che assiste i nove operai, raggiunto telefonicamente conferma i fatti, e dichiara che non vi è ancora nessun opposizione al decreto e che alla scadenza dei termini provvederà ad inoltrare la richiesta di confisca dei beni dell’impresa al giudice di competenza. I nove  si sono mobilitati in questi giorni e  si sono radunati  in assemblea permanente dinanzi  all’abitazione del Ruggiero per rendere noto delle difficoltà al limite della sopravvivenza , dato che non percepiscono lo stipendio  dal Febbraio 2010. I dipendenti dichiarano  di non riuscire a sostenere le esigenze familiari e che sono insolventi da mesi nei confronti delle utenze, le quali minacciano il distacco dei servizi se non si provvede nel breve tempo al saldo dei consumi. Inoltre, affermano che non possono permettersi  più di lavorare gratis come avviene per gli altri venti dipendenti circa, che hanno stipulato un piano di rientro dilazionato direttamente con la ditta edile. Gli stessi non godono di nessun  sussidio sociale che attenuerebbe lo stato di tensione e di preoccupazione  di un futuro incerto. Storie che si ripetono, simili tra loro, al quale siamo sempre più abituati negli ultimi tempi.

Pasqualino D’Aniello

Exit mobile version