Castellammare, nuovo regolamento di polizia urbana. L’associazione “Idea Città”: “La fiera dei divieti”

La bozza di regolamento comunale predisposta in maniera irrituale dall’assessore Mamone, e non dal Dirigente della Polizia municipale, come impone la disciplina che distingue funzioni amministrative da funzioni gestionali, è un concentrato di norme ridicole, illiberali, datate, antianimaliste, reazionarie. E siccome l’ispiratore è il sindaco-podestà, tutto si spiega. C’è molto da ridere, se non fosse che il Consiglio comunale è chiamato a discutere di una delibera che presenti numerosissimi profili di anticostituzionalità, oltre che a sollevare dubbi sulla sua formale redazione, con quella che sembra essere, di fatto, una “relazione istruttoria” scritta dall’assessore, e una proposta di deliberato redatta, come è norma, dal Dirigente che esordisce nel prendere atto di una proposta di regolamento che non è del Dirigente, ma dell’assessore!! E su cosa dovrebbe votare, il Consiglio comunale?

LA LOGICA DEL DIVIETO è quella che pervade dalla prima all’ultima frase della bozza di “Regolamento di Polizia municipale”. Una logica sbagliata, che non fa i conti con una realtà sociale complessa.

Dicevamo dei profili umoristici. Si va dal divieto a sdraiarsi “in costume da bagno” al girare “a torso nudo o abbiti assai succinti2. “Scusi, signorina, mi fa misurare la sua minigonna” dovrà chiedere il solerte vigile urbano di Castellammare. Abbronzatura vietata, dunque, ma anche vietato quello che nella civilissima Londra o in tantissimi parchi pubblici da Napoli a Roma o Milano è la norma: non ci si può sdraiare su “manti erbosi delimitati” (art. 4). I seguaci di Tarzan, poi, sono avvisati: a Castellammare non si potrà più salire sugli alberi. E l’inflessibile Bobbio ce l’ha pure con turisti, pellegrini o con i giovani: niente pic-nic, niente panini e coca-cola sulle panchine in villa comunale. Poi la frecciata anti extracomunitari che dal sindaco di centrodestra non poteva mancare: “La fruizione di vie, piazze, parchi, giardini è libera”, sì, ma – aggiunge il sindaco-podestà “nel rispetto dei medesimi diritti che sono propri di tutti gli appartenenti alla comunità perché residenti, domiciliati, dimoranti o in transito per fini lavorativi e turistici” (art. 4). Quindi niente spazio per chi si trovasse a Castellammare per asilo politico o per gli immigrati non ancora regolarizzati: voi, a Castellammare, non ci potete proprio mettere piede, a meno che non voliate, cioè restiate librati in aria. Un dubbio rimane: e se un naufrago arriva dal mare, che faranno gli zelanti vigili stabiesi? Lo ributteranno in mare, lui, naufrago, non potrà fruire di vie, piazze, parchi, giardini o altro luogo!!

Ah, e che a Silvio Berlusconi non venga mai in mente di venire a Castellammare. Sì, perché, rischierebbe che il suo seguace, l’ex senatore con simpatie per la destra dura e pura, gli infligga una bella multa che varia da 75 a 400 euro: il regolamento elaborato dal brillante assessore alla Polizia municipale (ora sappiamo che ne esiste uno) prevede questa sanzione per chi “profferisce in luogo pubblico o aperto al pubblico bestemmie e frasi offensive per il rispetto e la pietà altrui” (art. 18). Stessa multa, gli stabiesi sono avvertiti, per chi si abbandona alle “cattive parole”.

Se avete caldo, d’estate, scordatevi di togliervi la maglietta o di rinfrescarvi con l’acqua delle fontane. E indice puntato anche a chi entra nei negozi o nei bagni pubblici: “Dai camerini di servizio dei negozi, dalle latrine e dagli orinatoi ci si può allontanare solo dopo aver rimesso i propri abiti del tutto in ordine” (art. 18)!! Capito? Le commesse dei negozi sono avvisate: se vedete una vostra cliente con la camicia fuori dal tailleur, fermatela, prima che incorra nelle sanzioni dei vigili. E che dire di quegli sbadati signori che dopo aver assolto alle funzioni urinarie, dimenticano di tirare su la zip? Cerniere aperte, Bobbio vi chiuderà tutte!!

Ancora ci sono mestieri tradizionali che resistono: il venditore di spighe, quello di meloni, il pescivendolo che “dà la voce” come il fruttivendolo. Da oggi dite addio a tutto ciò: l’ineffabile sindaco-podestà e il suo fido assessore vogliono fare “divieto di vendere, offrire merci o servizi con grida” (art. 18). E se d’estate vi venisse in mente di imitare quanto vedete in televisione, con tante persone che cercano rinfresco alla calura bagnandosi in fontane e vasche d’acqua, cambiate idea: secondo l’art. 9 è “fatto divieto di entrare anche parzialmente nelle vasche e nelle fontane”. Anche perché, recita l’art. 18, “è vietato svestirsi e bagnarsi in presenza di altri al di fuori degli stabilimenti e dei luoghi aperti al pubblico a ciò deputati”. E se avete un bambino che vuol far galleggiare in una fontana pubblica una barchetta di carta siete avvisati: l’innocente gioco di generazioni di fanciulli vi potrebbe costare tra i 75 e i 400 euro (art. 9).

Il regolamento mette la parola fine alla decennale tradizione dei falò dell’Immacolata. Non si potranno più accendere, lo stabilisce l’art. 10: “è proibito bruciare foglie, sterpi e qualsiasi altro materiale in tutto il centro abitato”. Per gli stabiesi ultras del fucaracchio del 7 dicembre, la multa sale da 100 a 500 euro.

C’è poi il capitolo riservato agli animali. Qui ritorna il Bobbio che fece infuriare gli animalisti e il sottosegretario alla Salute del governo Berlusconi. Ecco le norme che vuole introdurre, pena una multa tra i 25 e i 150 euro: vietato dar da mangiare agli uccelli selvatici; vietato depositare, abbandonandoli, alimenti depositati ad animali (art. 18)

Vi è poi il divieto di vendere bevande alcoliche da asporto dopo le ore 22. “Chi è in apprezzabile stato di ebbrezza derivante da assunzione di alcolici e/o stupefacenti” non può frequentare “luoghi di ritrovo pubblici, o aperti al pubblico, circoli privati, o spazi pubblici che risultano affollati” (art. 8): in questo modo Bobbio ha risolto il problema dell’alcolismo e della droga a Castellammare: basta che chi ne soffre non si faccia vedere in giro dai bravi e onesti cittadini. Ancora un approccio reazionario a un problema serio.

La verità è che temi così delicati quali la convivenza civile e le regole dello stare insieme dovrebbero ispirarsi in una società moderna a tolleranza, rispetto di sé e degli altri, attenzione per gli ultimi. Non vi è traccia di concertazione su questo delicato regolamento: che ne pensano la Chiesa, i sindacati, gli imprenditori, la scuola, le associazioni? Ci auguriamo che un dibattito serio si apra subito per correggere ed eliminare semi e tracce di intolleranza e snobbismo che hanno chiaramente ispirato l’azione di chi vuole vietare tutto dappertutto.

L’associazione “Idea Città”

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