La discarica umana è ormai satura

L’altro ieri il nuovo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino,  durante la cerimonia del suo insediamento, ha detto che persiste “troppa corruzione che preoccupa i cittadini e pone a rischio il prestigio delle istituzioni”.

Ieri, invece, in un vertice romano dei parlamentari campani del partito di Berlusconi, presente anche il presidente della Giunta Regionale Caldoro e il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, si è deciso che la seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, a Terzigno, si farà, “perché prevista da una legge che va rispettata”.

Eccome, il capo del Governo, per bocca del Sindaco di Terzigno, non aveva solennemente promesso il contrario?

La notizia, inevitabilmente, ha fatto schizzare in alto i livelli di sicurezza della protesta, c’è solo da sperare che non la insanguini gravemente. Il suo rapido diffondersi ha gettato nello sgomento cittadini (anche quelle donne straordinarie che manifestano e lottano, impugnando soltanto la corona del Rosario “contro”  agenti di polizia in assetto antisommossa) ed amministratori locali, di tutte le aree politiche.

Voci che si inseguono freneticamente riferiscono che sono già state firmate le dimissioni dal partito di maggioranza governativa di politici ed amministratori locali (il primo a farlo è stato il sindaco di Boscoreale, Langella, che non se la sente di “essere complice di una scelta così scellerata e grave”).

Si preannunciano per le prossime ore anche le dimissioni di alcuni sindaci e di interi consigli comunali. Un terremoto che può distruggere le già precarie strutture democratiche dell’area vesuviana dove, in molti Comuni, l’efficienza amministrativa e la legalità delle azione di governo, sono pratiche quasi del tutto sconosciute.

A chi ha legiferato per la discarica nel Parco del Vesuvio e a soli pochi chilometri dagli scavi di Pompei, la comunità internazionale non attribuisce alcun alibi. Giornali e televisioni di tutto il mondo hanno intensificato la diffusione delle immagini sul degrado ambientale della città di Napoli e dell’area vesuviana e sulle proteste che si sviluppano in un contesto che sta diventando sempre più incandescente.

Camorra, malaffare, rifiuti, inefficienza amministrativa e corruzione nella politica, stanno producendo tanta monnezza, di quella che trova come discarica la dignità e la speranza di una intera comunità.

Ormai la “discarica umana” è satura! Donne e uomini manifestano per difendere la vita, perché stanchi di continuare a subire prepotenze, umiliazioni e cattive pratiche di gestione del Bene Comune.

Antonio Irlando

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