Ercolano: cresce il timore di nuovi agguati malavitosi

Cresce la tensione ad Ercolano per il timore di nuovi agguati malavitosi: l’aria è tornata tesa in città dove si vedono scorrazzare su moto e scooter di grossa cilindrata facce “poco raccomandabili” sparite dalle circolazione per un bel periodo di tempo. L’opinione di radio mala lascia poco spazio al dubbio: i clan starebbero riorganizzandosi. A monte di questo ennesimo avvilente scenario la penuria di mezzi  nella quale si sarebbero venuti a trovare i sodalizi criminali locali dopo gli ultimi arresti eccellenti, i sequestri e soprattutto le rivelazioni degli ormai numerosi collaboratori di giustizia. Proprio queste “ugole” della malavita potrebbero costare un prezzo altissimo ai clan Ascione – Papale e Birra da tempo impegnati in una sanguinosa faida che sembra interminabile. A suon di morti ammazzati ed attentati intimidatori persone senza scrupoli hanno per anni tenuto sotto scacco una città che vanta duemila anni di storia, le cui potenzialità produttive sono state fortemente compromesse proprio da chi ha progressivamente distrutto l’economia indigena. In questo marasma le Forze dell’Ordine, con particolare e meritato riferimento all’Arma dei Carabinieri, fanno miracoli pur di non mollare il monitoraggio cavillare delle zone più “calde” del paese, di quelle aree dove sorgono le roccaforti di gruppi malavitosi la cui capacità di riemergere dalla ceneri è tristemente nota in città.  Sono tanti: un esercito di figli, parenti, affiliati , simpatizzanti e “comparielli” ad ingrossare le fila di un sistema di vita perverso che è già costato alla comunità vesuviana un prezzo altissimo. “Non comprendiamo – commentano i cittadini – cosa altro si debba attendere perché l’amministrazione comunale inizi un processo di prevenzione che coinvolga principalmente i giovani : in sinergia con le scuole occorre creare una task force capace di opporsi concretamente alle facili lusinghe della strada. Siamo stanchi di vedere riversi sull’asfalto in un mare di sangue giovani vite che forse si sarebbero potute salvare , a cui avremmo tutti insieme potuto regalare una realtà  migliore evitando così il ripetersi di tragedie umane annunciate o, peggio, scontate. Su questo tema dovremmo tutti compiere attento esame di coscienza al fine di stabilire responsabilità e leggerezze per troppo tempo messe in essere prima da noi cittadini e poi dai nostri politici”. Il messaggio è chiaro: basta con l’omertà, con i muri di silenzio che da sempre proteggono questi criminali. Non si chiedono “martiri” ma semplicemente cittadini degni di tale appellativo sociale e all’altezza della tradizione di contesti urbani in cui si respira storia e cultura. Non lasciamo marcire pietosamente un patrimonio che tutto il mondo ci invidia.

Alfonso Maria Liguori

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