La discarica non si apre, poi si apre, poi è congelata. Tutta una presa in giro

Sabato 23 ottobre, si è svolta una riunione in Prefettura a Napoli con tutti i sindaci dei comuni vesuviani, durante la quale Bertolaso, il capo della Protezione Civile ha presentato un progetto, che i sindaci avrebbero dovuto firmare. Alla fine della riunione, il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella è arrivato sulla rotonda di via Panoramica per presentare questo documento, i cui punti sono: sospensione per tre giorni dei conferimenti in discarica dei rifiuti per coprire la discarica con terreni adeguati e per permettere ad alcuni tecnici, sempre chiamati dalle istituzioni locali, di fare alcune analisi ambientali e a detta di Langella “per capire una volta per tutte cosa c’è nella SARI”. In attesa dei risultati, potranno conferire in discarica solo i comuni dell’area vesuviana, fino all’esaurimento della SARI. Al punto tre si parla dell’eventuale apertura della seconda cava, la Vitiello: ogni determinazione circa l’apertura è sospesa a tempo indeterminato. Sempre nel documento poi, c’è la possibilità di partecipazione da parte dei cittadini ad un tavolo tecnico per modificare il piano rifiuti della Regione. Al punto cinque si parla della provincializzazione della gestione dei rifiuti; e al sesto la sospensione delle manifestazioni.

Il sindaco Gennaro Langella ad un certo punto è stato aggredito; indoviniamo a quale punto? Il sesto. Analizziamo un po’ la vicenda.

Martedì 19 ottobre, dall’ennesima riunione tra le istituzioni comunali e sovracomunali, si evince che Caldoro, il Presidente della Regione Campania, ha convinto presidente della Provincia di Caserta a permettere una parte dello sversamento dei rifiuti del vesuviano nella discarica della sua città.

Il giorno dopo, mercoledì 20 ottobre, il Pdl decide che “la discarica si farà”. Il sindaco Gennaro Langella, repentinamente si dimette dal partito e anche il sindaco di Terzigno, Auricchio, minaccia di dare le dimissioni, ma sempre dal partito.

Le rivolte sono diventate più violente che mai, e l’anticipazione del questore di Napoli, Giuffré, è diventata realtà: “Siamo in piena guerriglia”. Bottiglie di vetro, bombe carta, fuochi d’artificio e sassi diventano il divertimento delle serate per una frangia di manifestanti.

L’Unione Europea nel frattempo dice per l’ennesima volta che il problema è di facile risoluzione e sabato 23 ottobre, Bertolaso dice che “la cava Vitiello è congelata”. Un altro tentativo di manipolare la popolazione.

Nel pomeriggio di domenica, poi, si apprende la notizia che i sindaci non hanno firmato la proposta e Guido Bertolaso risponde: «Noi andremo avanti. Napoli sarà pulita in tre o quattro giorni». Il che significa che l’accordo è valido anche se non è firmato. Un tentativo di manipolare anche i sindaci insomma. Tutta una presa in giro.

Giovanna Sorrentino


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