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Ercolano, emergenza in via Doglie: “Le volanti? E chi le vede…”

“Le volanti ? E chi le vede…”: questo l’amaro sfogo degli abitanti del Miglio d’Oro, al secolo “via Doglie”, popolarissima zona residenziale di Ercolano, avviliti dal ripetersi di aggressioni e furti che minano seriamente la sicurezza dell’intera area in questione. “Dovevamo avere per numero di abitanti un presidio di pronto soccorso, dovevamo avere una nuova stazione della circumvesuviana dovevamo avere centri commerciali: ad oggi, dopo decenni di vane promesse e penose bugie da parte di politici locali, non abbiamo avuto “nulla”: fatta eccezione per un “mausoleo all’inconcludenza” rappresentato da un edificio situato a ridosso dei binari della circumvesuviana, sulla carta nuova caserma per i carabinieri ma in realtà sequestrato dall’autorità giudiziaria per incredibili anomalie riscontrate all’interno di un cantiere dove ancora possibile leggere Ministero della Difesa. Ancora ci domandiamo allibiti a vantaggio di chi vada un’anomalia gestionale che tanto per cambiare penalizza noi onesti contribuenti. Non è possibile nemmeno acquistare il ticket per il transito in circumvesuviana nella stazione del Miglio d’Oro perché a causa delle frequenti  rapine la società ha preferito chiudere la biglietteria. Insomma subiamo, subiamo senza che nessuno muova un dito, senza che si prenda coscienziosamente atto di un’emergenza dalle possibili drammatiche conseguenze. Non vorremmo che ci debba scappare prima “la vittima innocente” perché le Istituzioni potenzino il monitoraggio di un sito notoriamente a rischio della comunità vesuviana. Speriamo che il neo sindaco Vincenzo Strazzullo prenda a cuore una questione vergognosa che getta ulteriore fango sul buon nome di Ercolano”. Basta essere “vesuviani” per conoscere la triste fama che per anni ha contraddistinto via Doglie, crocevia strategico dell’eroina e rifugio per latitanti e pezzi da novanta della mala locale. Il dedalo di appartamenti della popolosa INA CASA, in seguito al terremoto dell’80 occupati da senza tetto provenienti dal centro storico della città, offriva un ottimo rifugio per chi all’epoca si contendeva  a suon di mitra e morti ammazzati il controllo degli affari illeciti in città. Una sorta di cittadella nella città di Ercolano dove persino le volanti della Polizia erano costrette a muoversi con circospezione data la pericolosità dei pregiudicati che la popolavano. Solo grazie al parroco don Raffaele Falco che denunciò tale penosa condizione lo Stato  si riappropriò di un perimetro urbano in cui rapine e furti sono ormai endemici.  “Siamo determinati a scrivere al Presidente della Repubblica – continuano i cittadini – per chiedere giustizia e maggiore attenzione da parte delle Istituzioni Locali. Crediamo nel sindaco Strazzullo dal quale adesso attendiamo rapido e concreto intervento al fine di istaurare un dialogo costante con la popolazione di via Doglie che non ha mai accettato per la propria area urbana  l’appellativo offensivo di “periferia degradata”.

Alfonso Maria Liguori

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