Gragnano ricorderà con un Convegno il prof. Gerardo Di Nola, nel decennale della sua scomparsa. L’incontro si terrà sabato 30 ottobre, alle ore 10, presso la sala convegni del Centro Pastorale San Michele Arcangelo in via Santa Croce. Interverranno don Antonio Cioffi, delegato alla Cultura e ai Beni Culturali dell’Arcivescovato di Sorrento-Castellammare; e don Luigi Longobardo, ordinario di Patrologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Il convegno è stato organizzato dal Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari, in collaborazione con la parrocchia San Giovanni Battista diretta dal parroco don Aniello Pignataro. «Con questo convegno – spiega Giuseppe Di Massa, presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari – ci auguriamo di contribuire a collocare il prof. Di Nola nella giusta posizione, tra i più importanti esponenti culturali di cui il territorio stabiese e dei Monti Lattari possa vantare. L’incontro sarà per noi un’occasione per ricordare i suoi scritti, ma anche la sua umanità».
Nato a Gragnano nel 1949, il prof. Gerardo Di Nola è stato uno dei maggiori conoscitori di stilistica greca e latina, di cui era ordinario presso l’Istituto Marianum di Roma. Molto noto a Castellammare soprattutto tra i giovani studenti essendo stato docente di latino e greco presso il liceo Plinio Seniore e insegnante di Patrologia presso l’Istituto di Studi religiosi Mons. Pellecchia. Probabilmente è stato il più importante conoscitore di testi patristici, paragonabile ad un altro gigante della cultura locale come il Prof. Di Capua, a giudizio dello studioso Giuseppe Zingone, che ci ha raccontato molti aneddoti e che lo ebbe come docente di Teologia, al prof. Di Capua. Era figlio di un operaio di pastificio a Gragnano e per sollecitare i suoi studenti ad un maggior impegno, ricordava di quando ragazzino puliva le piaghe al padre provocate dalle canne di pasta che trasportava per l’asciugaggio: suo padre e ora il prof. ai suoi allievi ricordava che senza istruzione si finiva a fare lavori modesti, mal pagati e a rischio salute. Ha scritto decine di libri, analizzando con rigore non solo i testi dei Padri della Chiesa alle origini, ma argomenti di grande spessore come lo Spirito Santo con la sua misteriosa presenza sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, in particolare gli scritti di Giovanni Crisostomo e Ambrogio, il Catecumenato, i Testi Mariani del Primo Millennio, ben 2 volumi di Monumenta Eucharistica su Cristo e l’Eucarestia e gli ultimi del 1999, “Salvati per Amore del Padre” e del dell’anno 2000, poco prima della morte, sulla “Preparazione Evangelica di Eusebio di Cesarea”. Molto bella e attuale la biografia di Simon Weil e quella del Nuovo Prometeo, Tommaso Campanella. In quest’ultimo testo racconta del Libero pensatore che visse quasi tutta la sua vita a Napoli, subendo, nonostante fosse un domenicano, ben 5 processi dall’ Inquisizione e trascorrendo in carcere, senza piegarsi ai dettami di una chiesa oscurantista, ben 27 anni. Ma il professor Di Nola, che tutti chiamavano affettuosamente “on Gerardino”, oltre ad una memoria prodigiosa e una profonda conoscenza del greco e del latino, era anche un uomo semplice e allegro. I suoi allievi ricordano il suo hobby di tradurre la Divina Commedia in lingua napoletana “lingua non dialetto” sottolineava, e spesso si esprimeva con termini esaustivi napoletani per indicare situazioni particolari. Quando aveva particolarmente bisogno di un “aiutino” superiore nel tradurre termini arcaici greci, diceva che ci voleva “Salvatore Buonocore, o’ figl e Peppino ‘o falignamme” riferendosi al Sacro Cuore di Gesù. La sua umanità si ricorda anche in occasione della lacrimazione della statua di Gesù a Sant’Antonio Abate, dove fu tra i primi ad accorrere ad asciugare quelle lacrime di sangue col suo fazzoletto.