Il Gazzettino vesuviano | IGV

L’Ente Parco e il WWF contrari all’apertura della seconda discarica

La situazione critica di questi giorni non ha lasciato indifferente nessuno. Tra le tante voci di protesta, spicca quella dei dipendenti dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. A loro giudizio, si sta perpetrando uno scempio, sia al Vesuvio che al territorio circostante, nonostante il vulcano fosse diventato, nel 1995, Parco Nazionale e, due anni dopo Riserva Mondiale della Biosfera UNESCO. Tuttavia, secondo quanto gli stessi riferiscono, a nessuno importa se il Vesuvio sia un vulcano dalle prelibate albicocche o che, sulle sue pendici, venga prodotto il Lacryma Christi. Sul territorio vesuviano a partire dal 1960 sono arrivati rifiuti da tutta l’Italia raccolti in discariche di prima categoria, oggetto di indagini della Magistratura per traffico illecito di rifiuti speciali: la Fungaia Monte Somma di Somma Vesuviana, la Amendola-Formisano di Ercolano e la SARI di Terzigno, chiuse agli inizi degli anni ‘90 grazie all’istituzione dell’area protetta. A partire dal 1999, con una serie continua di provvedimenti, il Vesuvio e il relativo Parco sono stati oggetto dell’apertura di nuovi o vecchi sversatoi, come nel caso della SARI. Si arriva, così, al 2008 ed alla emanazione del Decreto di identificazione dei siti di Cava Sari e Cava Vitiello. Come in ogni precedente occasione, il parere contrario dell’Ente Parco è sempre stato netto per motivazioni di carattere tecnico-ambientale e normativo. I dipendenti del Parco, allo scopo di tutelare e proteggere lo stesso, aggiungono di “aver promosso ricorso contro le discariche, nelle opportune sedi di competenza; di aver radiografato ogni rigo dei progetti, dei decreti, delle deroghe, delle valutazioni ambientali”.  Anche la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo, nell’ispezione del 2010, ha confermato la veridicità delle motivazione addotte ai ricorsi dell’Ente Parco. Lo stesso continua tuttora a impegnarsi in quest’opera di “smantellamento” tecnico-normativo, volendo, con ciò, dimostrare tutto il proprio attaccamento al territorio vesuviano e, allo stesso tempo, contribuire ad un suo progressivo miglioramento. Il proposito dei dipendenti è di “fare il Parco”: non un “museo della natura”, bensì un luogo nel quale migliorare in modo oggettivo la qualità e la vita dei cittadini. Questi ultimi, negli ultimi anni, hanno raggiunto un alto grado di sensibilizzazione, che li ha portati a impegnarsi nel tentativo di ridurre l’abusivismo edilizio, di chiudere le grandi cave vesuviane, di ridurre drasticamente gli incendi boschivi. L’apertura delle nuove discariche, di fatto, vanifica il profondo cambiamento culturale che l’Ente Parco ha costruito in questi anni. Per vincere la battaglia della legalità, che passa necessariamente attraverso la salvaguardia dei valori ambientali, a giudizio dei dipendenti, “è necessario continuare ad accompagnare questo faticoso processo di visibilità e presenza delle istituzioni pubbliche nell’area vesuviana. Indebolire l’Ente di gestione dell’area protetta, da un lato, tagliando drasticamente il contributo ordinario con l’effetto di ridurre al silenzio e vanificare l’azione di questa Amministrazione, e dall’altro, compromettendo di fatto il valore ambientale del territorio per le generazioni future attraverso l’apertura di due discariche, non è assolutamente la strada giusta”. Lo schierarsi apertamente contro l’apertura della seconda discarica costituisce per l’Ente Parco una nuova sfida da vincere a tutti a costi. Pertanto, al fianco delle istituzioni locali e dei cittadini, l’Ente si batterà affinche “il Somma-Vesuvio viva e non sopravviva”.

Anche il WWF, la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, interviene sulla vicenda rifiuti che sta attanagliando i cittadini dell’area vesuviana. L’associazione si schiera apertamente a favore del popolo di quell’area, definendolo “un popolo con la ‘P’ maiuscola” e manifestandogli il più totale sostegno nella sua lotta pacifica e non violenta. Viene ribadita perentoriamente la posizione contraria all’apertura della seconda discarica nella cava Vitiello. Così come affermato dall’Unione Europea, anche il WWF nutre forti perplessità circa l’utilizzo delle discariche per smaltire i rifiuti. Secondo Alessandro Gatto, membro dell’associazione, “le Istituzioni continuano a non ascoltare le proposte del WWF. Sono troppi decenni che in Campania si fa uso delle discariche di rifiuti indifferenziati per provare a prolungare la vita politica di questo o quell’amministratore di qualche breve periodo”. Le opere degli amministratori pubblici, finalizzate solamente a “nascondere la polvere sotto il tappeto”, non terrebbero in considerazione le esigenze della popolazione e del territorio. Il WWF, inoltre, ritiene che ci possano essere soluzioni alternative concrete per non incorrere, in futuro, in altre emergenze di grande portata. I cittadini, prima di tutto, dovrebbero essere educati ad una produzione minore di rifiuti. In secondo luogo, sarebbe importante intensificare la raccolta differenziata e mirare al riciclo di tali rifiuti. Contemporaneamente, la parte organica dovrebbe essere lavorata in impianti di compostaggio appositi. Infine, mediante trattamenti a freddo (alternativamente agli inceneritori), sarebbe trattata la frazione residuale.

Antonio Tortora

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