Potremmo iniziare la descrizione delle vicende che da mesi riempiono le pagine dei più noti quotidiani italiani, citando una famosissima canzone di Elio e le Storie tese “La terra dei cachi”. Si perché in Italia l’arrivismo e il pressappochismo sono virtù fondamentali per imporsi in una società amorale e torbida. Da questo elenco den dettagliato delle virtù innate del popolo italico, ne viene fuori il ritratto ben definito della nostra bella Campania, terra di mare, sole e…immondizia. Per anni i campani tutti hanno riversato cumuli e cumuli di immondizia in ogni anfratto della nostra bella regione, e solo oggi alle soglie del 2011 gli abitanti dei Paesi Vesuviani si sono risvegliati da questo torpore atavico. Istituzioni fallaci e sorde ad ogni forma di richiamo, solo salite sul pulpito, distribuendo vere e proprie perle di saggezza, degne del miglior Aristotele. La verità, scomoda come lo è sempre del resto, è che le coscienze intorpidite della maggior parte di noi cittadini campani, si risvegliano solo a posteriori, nel tentativo estremo di schivare il colpo mortale. Oggi su qualsiasi testata nazionale si può leggere di proteste, di guerriglia urbana, di scioperi della fame di sindaci e consiglieri annessi,tutto bello, ammirevole, encomiabile, ma ci siamo chiesti dove erano le istituzioni al momento dell’inizio dell’abomineo, quando si sono spalancati i cancelli della cava “Sari”? La soluzione dell’arcano dilemma è di facile soluzione: latitavano, assenti ingiustificati come da diversi anni a questa parte. Ma la riflessione più importante da fare e che Noi elettori, al minimo scossone, alla minima placida reazione ci esaltiamo in preda ad un delirio lisergico, dimentichi dei precedenti anni d’oblio. Oramai non si fa altro che recitare un copione già scritto,con la discarica a fare da scenario e i vari primi attori a dividersi la scena, raccogliendo le ultime briciole di notorietà che un disastro del genere può regalare. Nelle strade oltre all’immondizia, si riversano speranze e frustrazione, che detonano all’imbrunire del giorno in scontri feroci tra polizia e dimostranti (se così vogliamo definirli), aggiungendo così l’ennesima pagina di vergogna al già cospicuo “libro degli orrori” in salsa napoletana. Vivere in queste condizioni è davvero difficile, ma la causa maggiore di questo degrado è da attribuire a noi, cittadini negligenti, che per anni e anni abbiamo sottovalutato il pericolo rifiuti, accantonandolo nel primo cassonetto a disposizione. Ora che l’olezzo insopportabile dei rifiuti in putrefazione aleggia sui nostri paesi, avvolgendoli come una foschia subdola ed infingarda, che ristagna nei nostri animi deturpandoli definitivamente, ora che sembra tutto perso, è giunto il momento di tagliare i fili che ci legano al burattinaio di turno, cercando di diventare davvero artefici del nostro destino.
Raffaele Criscuolo