Notte di sangue a Parma. A pagarne le spese, Raffaele Guarino, 47enne pregiudicato originario di Somma Vesuviana, già noto alla giustizia per numerosi reati, tra cui infiltrazioni di stampo mafioso e latitanza. Guarino, detto “Lelluccio”, fu cofondatore del clan camorristico Celeste-Guarino insieme a Ciro “‘o roce”, colpito, anni fa, da una vendetta trasversale ai danni del figlio di due anni. L’agguato a Lelluccio non è stata cosa improvvisata. Era già da tempo in atto una vendetta contro il camorrista vesuviano da parte di clan di Barra che, già nel 2005, ne aveva tentato l’uccisione: in quell’occasione Guarino si salvò grazie ad un problema alla pistola che avrebbe dovuto sferrare il colpo di grazia. Questa volta, però, non è andata così. I rivali l’hanno pedinato e raggiunto fino a Medesano (piccolo paesino dell’emiliano in cui risiedeva) e l’hanno freddato con colpi d’arma da fuoco presso la sua abitazione in via Fleming, proprio nel letto, mentre riposava. Una vera e propria esecuzione, quella subita da Guarino, che ha shockato la ridente cittadina alle porte di Parma. Nessuno sembra aver visto niente, né sentito alcuno sparo. Eppure non si è trattato di un agguato dei più semplici. Un’uccisione eseguita, probabilmente da professionisti, curata nei minimi dettagli, senza errori né passi falsi. I killer di Guarino, partiti da Barra alla volta del parmense, hanno raggiunto la vittima nella propria abitazione, nella quale si sono introdotti senza nemmeno forzare la serratura. E’ stata la sua collaboratrice a scoprire in corpo ormai cadavere e ad avvertire le forze dell’ordine che sono subito intervenuti sulla scena del crimine ed hanno dato il via a procedure di rito ed indagini coordinate dal Pubblico Ministero Roberta Licci. Un caso su cui, forse, non ci sarebbe molto da indagare: di Guarino si sapeva ormai già molto e non è stata tanto una sorpresa apprendere di un’esecuzione vendicativa. Guarino, tra l’altro, anche nel parmense, non si teneva lontano dall’ostentare ricchezza e “potenza”. Come i suoi vicini hanno dichiarato agli inquirenti, era solito girare per il paesino con costose automobili di grossa cilindrata. Lo stesso appartamento in cui viveva dallo scorso febbraio, dopo una breve permanenza a Torrile, altro paesino della provincia di Parma, non passava certamente inosservato. Adesso a Medesano è calato il gelo per questa notizia che ha lasciato tutti nello sconcerto. Ora, in via Fleming non resta che il suv Audi di Guarino, sottoposto a sequestro insieme a tutto l’appartamento, nonchè la tensione degli abitanti che si sono trovati catapultati in una vicenda per loro spesso sconosciuta, ma per noi, purtroppo, talvolta di pura “quotidianità”.
Giuseppe Annunziata