L’inserimento dei disabili in un contesto sportivo è un fatto relativamente recente. I primi disabili a praticare sistematicamente un’attività sportiva furono soggetti affetti da paralisi spinale traumatica appartenenti alle forze armate britanniche, portatori di lesioni midollari per cause belliche, nel 1944. Il riconoscimento dell’importanza della collaborazione attiva del malato si affiancò alle cure mediche nella prevenzione delle patologie secondarie all’handicap. Una grave disabilità fisica, tale da ostacolare pesantemente il reinserimento nel contesto scolastico/lavorativo, produce una depressione psichica che rende il soggetto totalmente astenico, demotivato e abulico, puro oggetto delle cure mediche che subisce passivamente. Occorre un contesto adattato, un ambiente favorevole, nel quale gli stimoli siano adeguati alla condizione fisica del disabile. Solo così si possono proporre dei nuovi interessi, ricreando i presupposti per un’adeguata motivazione alla collaborazione del soggetto, per ricostruire attivamente la propria esistenza. Inventando delle discipline e delle tecniche sportive adattate all’handicap, si ottiene un contesto sociale e ambientale rispondente a queste esigenze. Inoltre lo sport, aiutando ad acquisire equilibrio ed abilità motorie nell’uso della sedia a rotelle, consente anche ai paraplegici di servirsi più efficacemente di tale mezzo di locomozione nella normale vita di relazione. Lo sport moderno, inteso secondo i canoni olimpici di De Coubertin, nasceva nel secolo scorso come espressione di forza e di vigore, riferiti essenzialmente all’uomo giovane, sano e di sesso maschile; nel nostro secolo la mentalità sportiva ha progressivamente preso le distanze da questo stereotipo iniziale, per includere dapprima le donne sportive, in seguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili. Gli sport che la nostra associazione offre si pongono in un’ottica atta non solo ad inserire e coinvolgere i diversamente abili in percorsi ed attività a loro dedicate ma rende la rara opportunità di coesistenza con chi non è oggetto di gravi disagi psico-fisici gravi. Opportunità di vera integrazione offerta ad oggi in rari casi.
Michele Spiezia
(Presidente A.S.D. MINIGOLF CLUB POMPEI)