“E’ riduttivo e forviante attribuire le responsabilità oggettive dell’attuale dissesto sociale vissuto dalla comunità ercolanese esclusivamente alla cattiva gestione dei servizi comunali”: inequivocabile l’affermazione del consigliere comunale di maggioranza Ciro Bonajuto in merito alle profonde spaccature che copiose emergono in seno ad un paese vesuviano in cui spesso si fatica a discernere il “bene dal male” immersi in un perenne stato di stallo operativo che sembra insuperabile. “La questione è ben più complessa – precisa Bonajuto – di quanto possa apparentemente sembrare: ci si trova a fare i conti con un processo di scolarizzazione mai entrato pienamente a regime e che è già costato alla cittadina vesuviana un prezzo altissimo in termini di inadempimenti logistici e capacità aggregativa. Lungi dal rinnegare la qualità di una classe professionale indigena di cui “togato” mi onoro di far parte non posso tuttavia astenermi dal coinvolgere l’intera popolazione in un processo di recupero sociale che attraverso le scuole edifichi un nuovo sub strato civico tale da garantire un sano processo cognitivo ed indottrinante alle nuove leve locali. La particolarità del momento storico attraversato dal Paese ci impone la massima attenzione nell’affrontare questioni dal cui buon esito può dipendere non solo l’immagine e la credibilità di Ercolano ma la stessa sopravvivenza “civile” di migliaia di persone determinate a rimanere ed operare nella propria realtà d’origine”. Avvocato noto e stimato in città Bonajuto è apparso con le sue quasi mille preferenze espresse democraticamente dal popolo ercolanese nell’ultima tornata elettorale quale giovane ma motivato sostenitore del buon vivere e della legalità all’interno di un perimetro urbano chiamato oggi a smentire la triste fama di “area a rischio” vergognosamente guadagnata nel corso degli ultimi decenni. Sicuramente in questo processo di maturazione “globale” Bonajuto non sarà solo come dichiara il consigliere del Pd Maurizio Oliviero: “Da ercolanese doc non posso che sposare pienamente qualsivoglia processo dinamico finalizzato al reale potenziamento di Ercolano. Con umiltà e coscienza dobbiamo mettere da parte rancori arcaici e questioni personali in nome di un interesse comunitario che vede in prima linea tutti gli ercolanesi degni di tale nome: è infatti un onore per noi essere nati ed operare in un territorio che vanta duemila anni di storia, in cui il sacro si mischia al profano in un altalenante susseguirsi di tradizioni socio – culturali. Non rimireremo passivamente il declino di questa perla vesuviana: è questo un impegno preciso che ogni amministratore locale deve assumere nei confronti di chi ci ha concesso l’onore di rappresentare pubblicamente la città”.
Alfonso Maria Liguori