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Crollano gli Scavi di Pompei, sotto i colpi dell’incuria

Crollano gli Scavi di Pompei, sotto i colpi dell’incuria. All’alba di oggi la “schola armaturarum” è venuta giù, lasciando solo pezzi di muro, mattoncini rossi, qualche gancio del vecchio solaio in cemento armato e tante pietre. La scoperta è avvenuta intorno alle 7:30 di questa mattina, quando i custodi del sito archeologico pompeiano sono giunti in via dell’Abbondanza, trovando l’antico edificio completamente sbriciolato. Il Collegium Juventutis Pompeianae originariamente ospitava gli armadi lignei dove venivano conservate le armi, mai ritrovate, dei gladiatori. All’interno forse la “juventus pompeiana” si allenava alla lotta, usando quegli spazi come magazzino degli “strumenti”. Stando ai primi sopralluoghi degli esperti, il crollo è da attribuire alle infiltrazioni d’acqua che si è raccolta nei mesi scorsi e che hanno permeato il terrapieno che si trova alle spalle dell’armeria (dove sono da tempo rimasti interrotti gli scavi), premendo sulla costruzione fino a farla collassare. L’area interessata dal crollo è stata transennata e posta sotto sequestro dai carabinieri, su richiesta della magistratura. Per alcune ore, l’edificio crollato è stato coperto inspiegabilmente da teloni “per preservarlo da ladri di cimeli storici” che, in realtà, tra i giornalisti presenti non sembravano esserci. La strada ora è percorribile solo fino alla “Casa dei Casti amanti”: anche in quest’ultima domus, a causa delle piogge, recentemente è letteralmente entrata una valanga di fango. In questa area sono stati eseguiti recentemente ingenti interventi di recupero, presentati dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Sandro Bondi. Dal Ministero si attendono ora delle comunicazioni ufficiali sull’accaduto, visto che nessuno ha voglia di parlare e, nemmeno Varone, chiesto a gran voce, non si è presentato a verificare l’accaduto.

L’armeria era chiusa al pubblico e l’interesse era richiamato principalmente dagli affreschi esterni che recavano riferimenti ai gladiatori. All’ingresso, infatti, erano visibili a destra e a sinistra della porta, due pilastri istoriati con trofei in ricordo di Cesare Augusto: uno (a sinistra) con armi accatastate ai piedi di un tronco e, in basso, una tunica ricamata con tritoni e grifi alati. Sopra, un elmo e ai lati alcune lance. In alto, un tunica rossa. Sul pilastro di destra, invece, un carro ricoperto da una pelliccia di orso bianco, era circondato da scudi e lance.

In quest’edificio erano stati ritrovati molti resti carbonizzati di stuoie (tegetes), la destinazione di Scola Armatorium, oltreché da epigrafi, è dimostrata in maniera particolare dalle decorazioni poste all’esterno, due trofei d’armi, sugli stipiti dell’ingresso due palme, le cui fronde costituivano il premio ambito dai ginnasti, nell’interno dieci geni femminili sul punto di volare avendo ciascuno un’arma differente e lo scudo. Le pitture delle pareti, in tempi passati, erano state dai nostri bravi restauratori, come del resto le migliori pitture delle altre case, separate dal suolo per proteggerle dall’umidità. Modello parziale di gesso, sulla parete Est, di uno degli armadi che contenevano gli attrezzi del ginnasio e le armi da scherma. La chiusura moderna di questo armamentarium è stata fatta secondo il modello offerto dal calco di gesso eseguito nell’entrata.

D.S.


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