Crollo agli Scavi di Pompei: le reazioni di Luisa Bossa e Antonio Pepe

“Sono mesi che denuncio, con articoli ed interrogazioni, il degrado allarmante degli scavi di Pompei. Il gravissimo crollo di stamattina è la dimostrazione che il Governo e il Ministro Bondi hanno sottovaluto la situazione e raccontano, da tempo, un bel po’ di sciocchezze”. Lo afferma in una nota Luisa Bossa, deputata del Pd e ex sindaco di Ercolano sul crollo della Domus dei gladiatori a Pompei. “Quando abbiamo posto la questione del degrado negli scavi – dice la Bossa – Bondi ha risposto in modo piccato e risentito, difendendo il lavoro dei suoi commissari. Il crollo della Domus dei gladiatori e’ la drammatica, ma inevitabile, risposta a chi pensa che governare significhi raccontare una balla al giorno, attaccando chi a quella balla non crede perché le cose va a guardarle con i suoi occhi. La situazione dei siti archeologici in Campania è drammatica”. La Bossa ha presentato, come recita la nota, il 26 gennaio e il 3 giugno scorsi, due interpellanze urgenti al Ministro, con cui denunciava il degrado interno agli scavi e il fatto che si stessero conducendo lavori con mezzi pesanti, mettendo a rischio la stabilità delle vecchie dimore. “Il Ministro – sottolinea la Bossa – in entrambe le occasioni ha risposto parlando di allarmi ingiustificati e di procedure corrette. Quello che è successo stamattina dimostra che, invece, le preoccupazioni erano ben fondate. Negli scavi lavorano da mesi betoniere, bob kart, ruspe, levigatrici, martelli pneumatici; già il restauro del Teatro grande non ha visto rispettate le minime regole di sicurezza per la stabilità dei luoghi. Tanto che il 18 gennaio scorso ci fu già uno smottamento in prossimità di via dell’Abbondanza, nell’insula adiacente alla Casa dei casti amanti, con il crollo di un muro perimetrale. Adesso la notizia di un nuovo crollo. A questo punto speriamo che il prossimo reperto archeologico a crollare sia proprio il governo – conclude”la Bossa – di”cui fa parte il Ministro Bondi, così almeno salviamo quel che resta della cultura in questo Paese”.

“Agli Scavi di Pompei la carenza di personale rischia di far sparire i beni archeologici”. Antonio Pepe, Segretario della Cisl/bac Pompei parla dell’edificio pubblico crollato in Via dell’Abbondanza e sede della società di ginnastica e di sport dell’aristocrazia pompeiana Collegium Juventutis Pompeianae. “Noi abbiamo segnalato più volte l’esigenza di personale impegnato esclusivamente a monitorare lo stato di conservazione – spiega Pepe – per poter intervenire a garantire la manutenzione ordinaria dei beni archeologici, ricchi di edifici, affreschi e mosaici in ordine ai 44 ettari. Abbiamo cercato più volte di promuovere la realizzazione di un programma efficace a garantire la conservazione del bene archeologico pompeiano perché è solo con interventi efficaci che si potrà assicurare l’eterna sopravvivenza di uno dei patrimoni archeologici più importanti al mondo. Pompei non può essere gestita part-time e senza poteri. Bisogna affidare a chi gestisce Pompei un ruolo di diretto responsabile e con gli stessi poteri attribuiti precedentemente al Commissario, altrimenti questa realtà di rilievo mondiale sarà sempre al centro di polemiche di portata internazionale. Servono subito nuove assunzioni: gli Scavi di Pompei hanno bisogno di alcune centinaia tra Archeologi, Architetti, Geometri, Impiegati, Restauratori, Custodi e manovali comuni, per monitorare costantemente lo stato di conservazione dei beni archeologici e garantire il restauro e la manutenzione ordinaria dei beni archeologici già portati alla luce, ricchi di edifici, affreschi e mosaici. Bisogna mettere in campo tutte le risorse per evitare che accadano crolli e deterioramento al patrimonio culturale, storico archeologico di Pompei perché è il più grande giacimento economico presente in Italia, e riveste il ruolo di “officina” per lo sviluppo di tutto il settore imprenditoriale turistico-commerciale ai vari livelli sul territorio vesuviano proiettata nel mercato globale. Il nostro obiettivo è e rimane quello di concordare un piano di tutela, valorizzazione e messa a reddito del patrimonio archeologico pompeiano”.

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