Gragnano, lavori all’impianto fognario. Di Massa: “Dove sono finiti i basoli?”

Dove sono finiti i basoli? Tanti gragnanesi se lo stanno chiedendo negli ultimi giorni, passeggiando a piedi, o percorrendo con auto e moto le strade del centro storico di Gragnano, martoriate dai lavori all’impianto fognario. Quei lavori sacrosanti che servono alla città ma che stanno creando solchi al centro della carreggiate fatte di basoli di piperno. Proprio dove ora passano i tubi che si collegheranno al collettore fognario, non esiste più la caratteristica pavimentazione che, per esempio, è il simbolo di via Roma (l’antica via de’ Maccaroni). Al posto dei basoli ci sono lingue di asfalto messe “alla carlona”. «Speriamo solo momentaneamente» afferma Giuseppe Di Massa, presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari. «Gli operai tolgono i basoli – racconta – scavano, mettono i tubi e poi coprono di terriccio e asfalto. Nel ripristinare lo scavo, gli operai non stanno rimettendo al loro posto i basoli di piperno, che rappresentano un bene architettonico e di arredo urbano, importantissimo per Gragnano». Molto chiaro il messaggio di Giuseppe Di Massa che ha raccolto i dubbi di tanti cittadini di Gragnano che stanno assistendo ora ai lavori di via Pasquale Nastro e piazza Aubry, dopo aver visto il medesimo comportamento riservato anche a via Tommaso Sorrentino e al piazzale della ferrovia. «Mi chiedo come sia possibile uno sfregio simile – aggiunge Di Massa – apparentemente nell’indifferenza di tutti. Credo che sia un grave attentato all’arredo urbano storico di Gragnano e pertanto sollecito fermamente il Comune, amministratori, ufficio tecnico e quant’altro, ma anche la Soprintendenza di Napoli ad intervenire con decisione, obbligando l’impresa che sta eseguendo i lavori a non asportare pezzi della nostra storia». Percorrendo via Nastro, piazza Aubry e via Sorrentino all’improvviso ci si trova innanzi un serpentone di asfalto tra i basoli, come una scudisciata in faccia alla storia della città. Tutto questo con la speranza che terminino presto i lavori e che tutto possa tornare alla normalità. Ma soprattutto che quei basoli possano tornare al loro posto.

Dario Sautto

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