Edinson Cavani: due splendidi gol che suggellano una prestazione da incorniciare. Il capocannoniere della serie A (otto reti senza calci di rigore) è il prototipo dell’attaccante moderno. Corre per tutti i novanta muniti e il suo raggio d’azione non è solo l’attacco. Infatti, spesso, aiuta il centrocampo e, come contro il Parma, riesce a essere decisivo anche in fase difensiva. L’anticipo su Zaccardo, sull’uno a zero, è stato determinate.
Camilo Zuniga: finalmente una prestazione positiva da parte del colombiano. Sulla fascia di sua competenza nascono le azioni più pericolose. Tant’è che l’azione del gol del vantaggio lo vede protagonista. Intelligente nell’aspettare il momento giusto per il passaggio al liberissimo Cavani. Si fa notare anche per alcune chiusure in fase difensiva, riuscendo a proporre in campo tutti i dettami tattici suggeritogli da mister Mazzarri.
Michele Pazienza: Mazzarri gli ha consegnato le chiavi del centrocampo avendo capito che su Michele ci si può contare ad occhi chiusi. Il suo è un lavoro oscuro, che non salta agli occhi, ma che è determinate nello scacchiere tattico azzurro. “Rompe” e “cuce” facendo da raccordo tra i reparti del centrocampo e della difesa. Recupera tantissimi palloni e imposta senza mai perder palla. Il classico mediano alla “Oriali”.
Hassan Yebda: partita dopo partita sta assimilando gli schemi e i dettami tattici del mister. Copre bene la sua porzione di campo aiutando Zuniga sia in fase offensiva che difensiva. Buoni i suoi movimenti senza palla e buono anche il suo palleggio. La sua stazza, poi, regala tanti centimetri nel gioco aereo risultando molto utile sui rilanci del portiere e sui cross provenienti dalle azioni da fermo.
OUT
Marek Hamisk: sta attraversando il peggior periodo da quando gioca nel Napoli. Non tanto contro il Parma, ma in generale le sue prestazioni sono sempre incolori e impalpabili. Non riesce a farsi notare tanto in zona offensiva quanto in fase di costruzione. Lontani miraggi sono i suoi inserimenti improvvisi in area di rigore. Sembra un giocatore spento, senza motivazioni. Eppure Mazzarri come “motivatore” è uno dei più bravi in Italia.
Josè Ernesto Sosa: buono il suo tocco di palla, si vede che le sue doti tecniche sono al di sopra della media. Ma il suo modo di giocare risulta essere troppo lento per il campionato italiano. Le difese italiane sono sempre aggressive e lasciano poco tempo per pensare. Sosa deve capire questo è sveltire le sue giocate. Solo giocando costantemente potrà ambientarsi al nostro calcio. Con l’aiuto di Mazzarri, siamo sicuri, che presto Sosa farà vedere tutte le sue ottime qualità.
Mimmo Lucci