Una ricetta con tre “P” per risalire dalla crisi più profonda che l’edilizia abbia mai vissuto dal dopoguerra ad oggi, in Campania. Progetti già cantierabili da realizzare subito. Programmi di sviluppo infrastrutturale, da predisporre affinché siano attivabili capitali privati, sia a cofinanziamento delle risorse comunitarie, sia tramite strumenti innovativi come project financing e leasing in costruendo. E la terza P, quella più urgente per non strozzare il settore delle costruzioni: Pagamenti.
“Il 55% delle imprese ottiene il saldo oltre i 12 mesi dal completamento dei lavori – ha denunciato Nunziante Coraggio, presidente di ANCE Campania, nella sua relazione all’assemblea che si è svolta stamane – in taluni casi si va anche oltre i 24 mesi”. Destinataria del messaggio, la Regione Campania, rappresentata nell’assise da quattro assessori: Marcello Tagliatatela (Urbanistica), Edoardo Cosenza (Lavori Pubblici), Severino Nappi (Lavoro) e Pasquale Sommese (Personale). Il sistema delle costruzioni soffre, e con esso l’intero tessuto industriale della Regione: nell’ultimo anno ha lasciato fuori del ciclo produttivo oltre 12mila addetti diretti, a fronte di un calo del 10% degli investimenti nel settore privato ed al dimezzamento, nell’arco degli ultimi tre anni, dei bandi di gara per appalti pubblici.
Cifre a cui fa specchio una crisi industriale di più vasta portata, come ha riferito il presidente di Confindustria Campania Giorgio Fiore, ed in cui si scorgono solo pallide venature di ottimismo: il piano casa, che potrebbe riavviare il ciclo degli investimenti privati, per il quale l’assessore Tagliatatela ha assicurato entro l’anno il varo definitivo nella forma modificata, e gli interventi per i quali il provveditorato delle OOPP, come annunciato in assemblea ANCE dal neo responsabile Giovanni Guglielmi, fa da stazione appaltante: le opere medio-piccole da realizzarsi con fondi FAS, ora al vaglio della Corte dei Conti, e gli interventi per sicurezza e agibilità nelle scuole deliberati dal CIPE.
“Il futuro del Paese è con l’edilizia – ha dichiarato il presidente nazionale dell’ANCE, Paolo Buzzetti – per questo bisogna intervenire subito per evitare l’emorragia di imprese che chiudono e di posti di lavoro che si perdono (250.000 operai in meno nell’ultimo anno e mezzo). Il settore è a un punto critico – ha proseguito Buzzetti – o ci si lascia andare o si trovano le soluzioni, a cominciare dai ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, un fenomeno intollerabile da un punto di vista etico. Non mi stancherò mai di ripetere: non si possono far fallire le imprese per non far fallire la pubblica amministrazione”.