È proprio vero che in alcuni casi la Magistratura spara nel mucchio. Iscrivere il Sindaco nel registro degli indagati per l’emergenza rifiuti è addirittura paradossale: chi ci legge sa che, a livello di rapporti umani, non c’è assolutamente feeling col primo cittadino ma, per onestà professionale, bisogna ribadire a chiare lettere che questa non la merita.
Sono un cittadino porticese e con il giornale per cui ho l’onore di scrivere, non poche volte ho sottolineato le deficienze dell’amministrazione comunale e, in quest’ottica, ho tenuto in primissimo piano il controllo personale della pulizia delle strade e, in quattro anni, mai ho potuto scrivere un rigo contro una organizzazione che ha sempre rasentato la perfezione.
Lasciamo da parte gli elogi, i premi, le citazioni dei mass-media: il cittadino deve giudicare e, anche in questo caso, ci siamo sempre sentiti dei privilegiati e, dopo 36 anni vissuti in Piemonte, mi sento di paragonare Portici a quelle linde cittadine del nord.
Amareggiato lancio tre messaggi ben precisi: il primo agli organi inquirenti con l’esortazione ad evitare di sporcare l’immagine di un cittadino che, in questo frangente, è assolutamente fuori dalla mischia, poi allo stesso Cuomo ed è l’invito a non accigliarsi più di tanto perché l’atto dovuto dell’avviso di garanzia si sgonfierà molto in breve, e infine ai compaesani allineati e avversari politici.
Attacchiamolo quando lo merita, non lo eleggiamo certamente a San Vincenzo da Portici ma, per questa volta ammettiamo che ci ha saputo fare a difesa della cittadinanza. Difendiamolo anche noi.
Gianni di Napoli