Grazie alla recente segnalazione di Salvatore Correale, presidente del Circolo filatelico e numismatico “Club Tempo Libero” di Castellammare di Stabia, “Il Gazzettino Vesuviano” ha accertato che in località Quisisana, nei pressi di un tornante della strada Giusso che affaccia in un impluvio naturale, è stata sversata illegalmente una impressionante quantità di rifiuti edili. Dalla verifica sul campo è risultato che la discarica è localizzata alla quota di 310 metri s.l.m., ed insiste in una zona ad alto rischio idrogeologico, che in più di una occasione è stata teatro di eventi franosi di notevole portata. Il materiale sversato, che da una stima approssimativa risulta essere di alcune migliaia di metri cubi, aggrava quindi una situazione naturale già fortemente compromessa. Una montagna impressionante di rifiuti edili, un cuneo artificiale di: mattoni, piastrelle, blocchi di tufo, pezzi di guaine bituminose, asfalto, misti a suppellettili ed elettrodomestici dismessi. Un accumulo altamente instabile che dalla zona collinare, grava come la spada di Damocle sul centro antico della città.
È bastato un semplice consulto topografico al GPS, per capire che all’eventuale mobilizzarsi, nello scendere a valle, l’enorme accumulo seguirebbe le naturali linee di impluvio che interessano parte della strada Giusso e del sottostante parco della Reggia, un tratto di via Pantanella, la SS. Sorrentina 145 (all’altezza dell’imbocco della galleria), per poi incanalarsi nel rivo di via Fratte sul quale affaccia Villa Vollono, e terminerebbe la corsa solo al raggiungimento del popoloso centro antico cittadino. Un evento franoso di notevolissima portata che senz’altro potrebbe radere al suolo e spazzare via tutto ciò che incontra sulla sua strada, e che da un momento all’altro potrebbe innescarsi anche a causa di un banale temporale (la sfortunata Atrani ne è memore).
Visto l’imminente arrivo del piovoso inverno, per scongiurare questa tragedia annunciata, è necessario operare in un’ottica preventiva e di messa in sicurezza, mirata a rimuovere nel più breve tempo possibile i rifiuti edili in questione e nel contempo adottare serie misure di controllo per evitare il verificarsi di nuovi sversamenti.
Ci si chiede come sia possibile che un’opera criminosa di questa portata sia stata attuata in assoluta disinvoltura, senza che nessun ente preposto al controllo e alla tutela del territorio, si accorgesse di nulla. Evidentemente questi malfattori senza coscienza, hanno operato con la certezza di restare impuniti.
«Quisisana come le altre periferie della città è da anni abbandonata a se stessa ed è ormai giunto il tempo di reagire, i cittadini sono stanchi di una politica sterile e di facciata, che investe le risorse pubbliche per iniziative futili ed autocelebrative, sono troppi i casi di vandalismo perpetrati ai danni del patrimonio arboreo e architettonico del parco della Reggia, un assurdo modo di vivere che giorno dopo giorno sta cancellando i trascorsi luminosi e nobili della zona collinare stabiese, qui i controlli latitano e non si vede futuro per i nostri figli», spiega Salvatore Correale, che con il suo lodevole gesto civico ha permesso alla nostra testata giornalistica di raccontare l’ennesima storia di incuria che minaccia la vita di tante persone e compromette seriamente le bellezze storico/naturalistiche della zona collinare stabiese. A rimarcare l’importante pensiero espresso dal Presidente dell’Associazione “Club Tempo Libero”, riportiamo a seguire anche una brevissima testimonianza del sig. Antonio dell’Agriturismo “Quisisana”, che dichiara: «Chi ci amministra si ricorda di noi solo per le tasse, l’intera zona in cui vivo, risulta essere priva di qualsiasi servizio pubblico, compresa l’ordinaria raccolta dei rifiuti urbani, per la cui rimozione e pulizia sono costretto a provvedere personalmente, al fine di rendere meno sporco e più decoroso lo stradone che dà accesso al mio Agriturismo».
Parole amare che di sicuro fanno riflettere; una dura realtà, quella della enorme discarica di Quisisana, in cui la coscienza di chi ha sversato, risulta essere totalmente assente. E allora ci chiediamo: ma se le istituzioni locali fossero più presenti, tutto ciò accadrebbe? È lecito che il patrimonio pubblico sia abbandonato e messo alla stregua del becero vandalismo? L’installazione di una telecamera autoalimentata, posizionata all’imbocco di strada Giusso, potrebbe risultare utile a scoraggiare ed eventualmente a riprendere e a identificare chi danneggia? È giusto che si rischi la vita per l’incoscienza altrui? È possibile che le autorità permettano tutto ciò? Ci auguriamo che chi ha il potere di agire, faccia al più presto il proprio dovere.
Ferdinando Fontanella
Maurizio Cuomo