Condannato a 5 anni e 4 mesi per aver violentato suo figlio. Il tribunale di Cagliari ha emesso giovedì mattina la sentenza nei confronti di un operaio di Castellammare di Stabia, da 6 anni residente in Sardegna insieme alle moglie sorrentina, il quale 5 anni fa aveva molestato il figlio che ora ha 10 anni. Ad accorgersi delle attenzioni troppo morbose del 36enne nei confronti del bambino era stata la madre, 32enne ora residente di nuovo a Sorrento con i genitori e con il figlio. I fatti si sono verificati nel 2005, un anno dopo il trasferimento della famiglia a Cagliari. Anche la donna era riuscita a trovare lavoro in Sardegna e, proprio al ritorno a casa, si è accorta di quanto stava accadendo al figlio, che all’epoca dei fatti aveva appena 5 anni. Il padre lo molestava con palpeggiamenti, “carezze” e lo obbligava a fare altrettanto a lui. Finché la donna non lo ha sorpreso sul fatto, denunciando il coniuge e facendolo arrestare. Da allora è iniziato un lungo iter processuale che ha portato alla condanna in primo grado a 4 anni di reclusione. Subentrato come legale difensore della donna e del bambino l’avvocato Luigi Alfano, che a Sorrento gestisce uno sportello legale gratuito per indigenti anti-stalking e per la difesa di minorenni che hanno subito violenze sessuali, sono stati acquisti anche i tabulati telefonici che dimostrava il racconto delle violenze, nonché altro materiale probatorio fatto di perizie psichiatriche e di una relazione di un noto docente di Psicobiologia Sociale. Il materiale probatorio presentato in sede processuale ha convinto il giudice, spingendolo a condannare il padre-orco a 5 anni e 4 mesi di reclusione. «Noi ci siamo anche costituiti parte civile – racconta l’avvocato Alfano – riuscendo ad ottenere un risarcimento di 5 mila euro, soldi devoluti al nostro sportello per gli indigenti. Tutto questo grazie al ricco materiale probatorio che ha provato la violenza fisica e corporale, ma anche quella psichica subita dal povero bambino che ora ha soli 10 anni».