La domanda nasce spontanea dopo aver assistito ad un Consiglio Comunale dalla durata complessiva di 8 ore, che ha visto di scena in prima battuta momenti di tensione e toni francamente indecorosi, superati poi da un mero confronto politico capace di elargire due approvazioni all’unani-mità.
In vero tale domanda racchiude la sintesi di un discorso ben più ampio che ripercorre due anni e più di amministrazione del centro-destra e molte questioni in vero mai risolte.
È lo stesso consigliere di minoranza, l’avv. Riccardo Meandro ad individuare due momenti, e dunque due fai distinte: «Possiamo in sintesi affermare che abbiamo assistito ad una prima parte del Consiglio Comunale poco edificante ed indecorosa.
Bisogna ricordare che siamo espressione del voto popolare e che dobbiamo essere in primis fornire un esempio di condotta nei confronti della cittadinanza. C’è bisogno di più correttezza nel dialogo politico.
È logico supporre che quanto accaduto è responsabilità oggettiva del Presidente del Consiglio Comunale».
La seduta infatti è stata più volte interrotta durante un intervento della minoranza sulla questione del collegio dei revisori dei conti, atto a ridiscutere la posizione del dott. Ghirelli durante questi mesi. I toni e le minacce avevano raggiunto un livello così indegno da costringere il Presidente del Consiglio Comunale D’Ambro-sio a chiedere dapprima lo “switch off” dei microfoni, e successivamente a sospendere la seduta per 15 minuti. Per dovere di cronaca si ricorda che la Corte dei Conti sta indagando sui fatti in questione e che questo può in parte spiegare l’animosità dell’assise, ma non giustificarla.
«Di costruttivo continua il Consigliere Meandro ho rilevato innanzi tutto la continua arroganza della minoranza nel voler sviscerare alcune questioni, che necessitano di confronto e dialettica nell’interesse collettivo. Il voler votare subito senza alcun tipo di confronto è sintomo della loro paura ed estraneità in certe argomentazioni. Forse temono che dal confronto si possano evincere i loro limiti, ma deve essere chiaro che il Consiglio Comunale è un momento di discussione e che quindi tutto questo non è inutile, ma è parte dello stesso».
Sono stati inoltre approvati all’unanimità due emendamenti proposti dalla minoranza uno inerente alla tesoreria l’altro inerente alla regolamentazione dell’asilo nido: «Di costruttivo c’è soprattutto questo aggiunge l’avvocato e c’è da sottolineare che quegli emendamenti sono frutto del lavoro fatto dalla minoranza tutta».
C’è da segnalare inoltre che in queste ore è insorto un vero dibattito politico interno al Partito Democratico su di una presa di posizione del Consigliere Meandro non concordato. Sembrerebbe infatti che durante la seduta di Consiglio, l’avvocato abbia più volte richiesto le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale per “le incapacità dimostrate” e che tale poltrona venga assegnata ad un consigliere di minoranza. In vero non è la prima volta che vengono chieste le dimissioni del presidente D’Ambrosio, ma la presa di posizione netta del Segretario del PD, Agostino Cacciola, lascia pensare a nuovi dissidi interni: «Non avevamo per nulla concordato l’intervento di Meandro. Il Partito Democratico di Cercola non vuole più avere niente a che fare con tale amministrazione scellerata e tanto meno non ha necessità, dopo due anni di amministrazione, di chiedere la rappresentanza di questo consesso allo sbando. Concordiamo sul fatto che D’Ambrosio non abbia le competenze per il ruolo che ricopre, ma le nostre scelte politiche interne ci hanno definitivamente allontanato dal ben che minimo dialogo con questa maggioranza.
Il tempo delle parole è ormai giunto al termine e posso dichiarare con certezza che mai più un consigliere di minoranza parteciperà a tavoli tecnici o commissioni di incerta utilità».
Di tutt’altro avviso invece il Consigliere Meandro che replica: «La poltrona di Presidente del Consiglio Comunale in passato è stata sempre assegnata alla minoranza.
Il segretario del PD non può ingerire nell’ordinario svolgimento della vita del Consiglio Comunale.
Noi abbiamo il dovere di far si che il Presidente sia garante di tutti i consiglieri e non di una parte. Posso dire che quando l’avv. Fiengo ha svolto tale ruolo in assenza di D’Ambrosio il Consiglio si è svolto in maniera molto diversa».
È inoltre sotto esame la durata stessa della seduta; il Sindaco Pasquale Tammaro sta valutando la possibilità di applicare una regola che in vero è prevista dallo statuto che regolamenta le sedute di Consiglio, ovvero l’assegna-zione di un tempo limite di 10 minuti per intervento.
È vero che in certi casi non ci sono i presupposti per applicare tale regola, data l’importanza degli argomenti trattati, ma è pur vero che dopo un tale numero di ore lucidità e buoni propositi, lasciano spazio a stanchezza e momenti di tensione.
Armando Madeo