Lo scorso 25 febbraio Antonio Varone, direttore degli Scavi di Pompei, scrisse al direttore dell’ufficio tecnico, al soprintendente archeologico, al commissario delegato, agli assistenti dell’ufficio Scavi della Soprintendenza archeologica per segnalare il pericolo di cedimenti all’interno del sito archeologico pompeiano. La circolare è stata acquisita dal pm Raffaele Marino che coordina le indagini portate avanti dalla procura di Torre Annunziata. Per il momento, sul crollo della Schola Armaturarum è stato aperto un fascicolo contro ignoti ai quali è contestato il reato previsto dall’articolo 434 del Codice penale: «chiunque, fuori dei casi preveduti dagli articoli precedenti, commette un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro è punito, se dal fatto deriva pericolo per la pubblica incolumità, con la reclusione da uno a cinque anni». Da capire anche come sono stati spesi gli ingenti incassi degli Scavi: «La soprintendenza autonoma di Pompei – secondo i dati forniti dall’Osservatorio Patrimonio Culturale presieduto da Antonio Irlando – attualmente dispone di un incasso annuo dalla sola vendita dei biglietti che si aggira intorno ai 25 milioni di euro a cui vanno aggiunte altre somme che scaturiscono dalle royalty sui servizi aggiuntivi e dalle sponsorizzazioni, ancora poco favorite, che lasciano ipotizzare all’Osservatorio che la somma disponibile per Pompei potrebbe giungere, a regime, fino a 50 milioni annui». Intanto, l’area interessata dal crollo, sottoposta a sequestro dai carabinieri, resta sotto sigilli e non è escluso che possano esserci ulteriori sopralluoghi da parte degli investigatori nei prossimi giorni. E venerdì la Commissione Beni e Attività culturali della Conferenza delle Regioni si riunirà a Napoli e subito dopo andrà a Pompei per un sopralluogo agli scavi archeologici.
La polemica politica nazionale, infine, vede contrapposti i pareri del ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, e del deputato di Fli Fabio Granata. Per la Brambilla «il crollo avvenuto a Pompei nei giorni scorsi non avrà ripercussioni negative sul turismo», mentre per Granata «solo crisi politica salverà dalla sfiducia Bondi, il peggior ministro di sempre».
Infine, sul gruppo Facebook “Stop Killing Pompeii Ruins” si sollevano nuovamente dubbi sulle responsabilità del ministro Sandro Bondi: «Durante l’estate dello scorso anno, quando sono state “fermate” per sempre le lancette all’interno del sito archeologico pompeiano per inserire online queste immagini erano in corso proprio alla Schola Armaturarum i lavori di restauro del solaio. Quel solaio, appena un anno dopo, è crollato. Quindi, non è vero che il Ministro Sandro Bondi può non ritenersi responsabile dei lavori di restauro alla domus crollata, perché lui era già in carica».
Intanto, il 29 novembre sarà votata la sfiducia a Bondi.