I sindaci fanno un passo indietro, i cittadini no. Nuovamente tensioni durante l’ultima notte alla rotonda di Boscoreale, dove i cittadini hanno messo su l’ormai consueto presidio, prassi notturna che da un anno a questa parte riempie le ore buie dei tanti cittadini vesuviani stanchi della discarica. La scorsa notte, però, la tensione è tornata a farla da padrone, perché proprio lì vicino alla cava Sari di Terzigno sono state rinvenute tre bombe a mano. Secondo le forze dell’ordine quelle sarebbero servite in caso di “necessità” per impedire il passaggio degli autocompattatori, ma i cittadini sono nuovamente scesi in strada a mani nude per evitare gli sversamenti di rifiuti. Non è bastato ai comitati il provvedimento governativo che blocca l’apertura della cava Vitiello, quella che sarebbe diventata la discarica più grande d’Europa e che avrebbe accolto i rifiuti vesuviani per vent’anni.
I sindaci, però, stanno tornando sui propri passi. Ieri mattina la Procura della Repubblica di Nola ha indagato il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio per interruzione di pubblico servizio, perché nei giorni scorsi aveva firmato un’ordinanza che vietava ai 18 comuni della “zona rossa” di sversare nell’invaso di cava Sari.
E questa mattina, anche il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, ha deciso di smentirsi, adottando una nuova ordinanza sindacale di revoca della precedente ordinanza del 17 novembre, quella che prevedeva il divieto di circolazione su tutto il territorio comunale agli autocompattatori che trasportano rifiuti solidi urbani a pieno carico e diretti alla discarica rifiuti Sari.
Il provvedimento sindacale è stato assunto alla luce delle osservazioni della Prefettura di Napoli, susseguenti all’intervento della Procura di Nola che, sulla scorta dei risultati delle analisi dell’ARPAC (prelievo del 29 ottobre scorso), e dalla susseguente relazione che conclude affermando “la mancata acquisizione di controlli pregressi, necessari e dovuti, circa lo stato di qualità preesistente della falda acquifera prima dell’apertura della discarica, non consente di formulare ipotesi precise sulla fonte della sua contaminazione”, ha ritenuto l’ordinanza del Sindaco di Terzigno “del tutto ingiustificata e non supportata da qualsivoglia materiale probatorio, in particolare nella parte in cui si afferma la sussistenza di ‘un’attualità dell’inquinamento della falda acquifera’ idonea a determinare un grave pericolo per la salute pubblica”, e che nella sostanza avrebbe determinato un’interruzione di pubblico servizio.