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Vesuviano: l’emergenza infinita

Una crisi senza fine che rischia di coinvolgere anche quei Comuni che dal 2008 hanno speso le proprie risorse ed energie investendo nella raccolta differenziata. Differenziare significa separare la frazione organica da quella riciclabile e dal secco indifferenziato; proprio quest’ultimo rifiuto non potendo essere ulteriormente recuperato, ma soltanto smaltito in discariche o destinato agli inceneritori rischia di bloccare una macchina che sembrava perfetta: quella dei Comuni ricicloni.
L’ordinanza del Sindaco Auricchio che ha imposto la chiusura della discarica “Sari” per inquinamento delle falde acquifere ha allarmato i sindaci dell’area Vesuviana che hanno tempestivamente provveduto ad informare le autorità Regionali di questo disservizio. «Quanto fatto non era negli accordi – dice il sindaco del Comune di Cercola Pasquale Tammaro – dato che si era riconsiderata la possibilità da parte dei Comuni Vesuviani di sversare il secco indifferenziato nella discarica “Sari” in totale rispetto delle norme igieni-cosanitarie e fino alla sua completa saturazione».
L’accordo a cui si fa riferimento includeva tra l’altro la rinuncia da parte dell’Amministrazione Provinciale all’apertura di un ulteriore sito di stoccaggio rifiuti in “Cava Vitiello”.
L’ARPAC in vero non ha ancora confermato la presenza di agenti inquinanti nelle falde acquifere, non essendo stata fatta una analisi approfondita che confermi un danno ambientale provocato dalla discarica stessa.
Le analisi preliminari non inducono però all’ottimismo essendo stata riscontrata la presenza di Nichel, Alluminio e Idrocarburi Polici-clici Aromatici anche identificati con l’acronimo IPA. Gli IPA sono dei composti aromatici normalmente presenti in sostanze quali la benzina ed il carbon fossile, ma è possibile rinvenirli anche dopo la combustione di rifiuti organici urbani.
La chiusura della discarica “Sari” ha però obbligato i sindaci a cercare soluzioni e a chiedere l’intervento della Regione e del Governo Centrale: «Il nostro Comune – continua il sindaco Tammaro – non può fronteggiare un’emergenza rifiuti dopo aver tanto speso nel progetto della differenziata. Sono pronto a citare per danni coloro i quali saranno responsabili di tale emergenza, che è in parte già cominciata dato che i nostri camion compattatori sono fermi a Terzigno.
Abbiamo provveduto, in concomitanza con il sindaco del Comune di Somma, ad informare il Presidente Caldoro e l’on. Cesaro su quanto sta accadendo e a chiedere lumi sul da farsi, in base ai commi 5 e 6 dell’ art.50 testo unico in materia di enti locali, che e-sclude il Prefetto da queste competenze».
Armando Madeo
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