Domenica sicura per gli abitanti di corso Resina ad Ercolano: la zona, storicamente roccaforte dei clan Papale e Birra, è praticamente presidiata nel weekend dai Carabinieri e dalle Unità Speciali dell’Esercito particolarmente attive nel monitorare e prevenire regolamenti di conti tra bande criminali storicamente avverse. Proprio il massiccio controllo effettuato ad Ercolano negli ultimi tempi dalle forze dell’ordine avrebbe drasticamente tolto “ossigeno” alla mala locale: tanti, troppi detenuti da mantenere in attesa di giudizio, le famiglie degli stessi da sostenere in un ambiente criminale dove ormai i collaboratori di giustizia non si contano più. Probabilmente a favorire il proliferare delle “gole profonde” la penuria di mezzi nella quale i clan si sarebbero improvvisamente venuti a trovare. Questo dato apre inquietanti ipotesi sulla possibile espansione di gruppi malavitosi da paesi vesuviani “confinanti” in cerca di fortuna all’interno di un territorio oggi “orfano” di un padrino eccellente. La gente ha paura: si temono nuovi agguati mortali, attentati intimidatori e rappresaglie spesso in passato messe in essere in pieno giorno e in aree affollatissime del paese. La Polizia Locale fa quanto umanamente può, alla luce di un organico risicatissimo e di un supporto logistico inadeguato, per collaborare con le Forze di Polizia statali ma occorrono energie “nuove”, giovani motivati ad imprimere una svolta decisiva ad un andazzo che vanifica ed umilia i sacrifici di chi, ricordiamolo sempre doverosamente, è rimasto ad Ercolano senza “scappare” altrove in cerca di fortuna. Ma allora perché il tanto decantato concorso per l’assunzione di nuovi vigili urbani non viene bandito? Perché far pagare alla comunità l’incapacità amministrativa dei precedenti governi locali? Per non parlare poi della questione “strisce blu”: calato penosamente il sipario sulla vergognosa precedente gestione e nella speranza, in verità molto vana, che i responsabili siano stati assicurati alla Giustizia ci si chiede cosa si aspetti a creare occupazione in città e se chi è preposto all’organizzazione di tale servizio sia realmente libero di “operare o meno”. Insomma gli ercolanesi sono stanchi di subire passivamente e vogliono vederci chiaro in una realtà urbana dove si fatica sempre a distinguere il bene dal male immersi in un immobilismo senza precedenti. Unica speranza l’azione incalzante del nuovo sindaco Vincenzo Strazzullo: al premier del Pd l’arduo compito di riscattare un’immagine cittadina che non fa che perdere colpi agli occhi del palinsesto turistico – produttivo mondiale. Della serie: la parola ora al sindaco Strazzullo.
Alfonso Maria Liguori