Emergenza rifiuti: ispettori Ue a Napoli

Nella giornata di ieri sono salite a 3000 le tonnellate di rifiuti giacenti nelle strade di Napoli; ormai tutti i quartieri del capoluogo campano hanno la loro parte di sacchetti e contenitori stracolmi. Finanche la zona dei Colli Aminei, da sempre diligente alla raccolta differenziata, sta facendo registrare numerosi sacchetti  accatastati nelle strade. I numeri sono destinati a salire: si prevede un aumento fino a 3600 tonnellate di rifiuti nelle strade, distribuiti tra Chiaia, Posillipo, il centro storico e Vomero-Arenella. È arrivato anche l’allarme ufficiale del Dipartimento di Igiene dell’Università Federico II, che proprio nella giornata di ieri, nelle persone di Maria Triassi e Andrea Simonetti, membri della Società italiana di Igiene, ha dichiarato lo stato di “rischio sanitario” a causa dei rifiuti, vettori di pericolose malattie gastro-intestinali.

All’indomani dell’approvazione del decreto legge per l’emergenza rifiuti (quello che Napolitano, proprio ieri ha dichiarato di non aver mai ricevuto), che cancella la seconda discarica di Terzigno, quella di Cava Vitiello, sono arrivati puntuali gli ispettori della Direzione Ambiente della commissione europea: la bocciatura è stata totale, hanno osservato che la situazione attuale è speculare all’emergenza del 2008. Insomma non è cambiato niente, come invece volevano far credere. Come a voler puntualizzare maggiormente sul da farsi, nella giornata di ieri si è aggiunto anche il cardinale Crescenzio Sepe che si è pronunciato in una sofisticata quanto ineluttabile similitudine: “Queste emergenze – afferma il cardinale – nascono perché si agisce come fanno le persone che, pulendo casa, mettono la polvere sotto al tappeto affinché non si veda ma il sudiciume rimane e aumenta”.  Anche Roberto Saviano, nella trasmissione “Vieni via con me” ammette che su Napoli grava anche parte della spazzatura del Nord Italia, soprattutto per lo smaltimento dei rifiuti tossici, opportunamente “legalizzati” prima di finire a Napoli.

Questo si aggiunge alla precisazione di Pia Bucella, portavoce della delegazione disposta dalla UE: “Lo sblocco dei fondi sarà effettuato non appena un piano di gestione dei rifiuti sarà adottato e implementato”. Soluzione che garantirà così una gestione del ciclo dei rifiuti e finalmente potrà essere smentita quella pesante ma soprattutto umiliante multa della UE nel 2008 e soprattutto scongiurare il rischio di un nuovo deferimento dall’Europa.

Mario De Angelis

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