Pompei e Boscoreale rischiano altri crolli. Ma problemi ci sono anche a Nola, dove «il Villaggio Preistorico rischia di fare la fine della “Casa dei Gladiatori”». A lanciare l’allarme sul sito archeologico nolano, che risale all’Età del Bronzo Antico, seppellito dall’eruzione del Vesuvio detta delle Pomici di Avellino, è il consigliere regionale del PD, Antonio Amato. Il villaggio, che fino al 2009 registrava oltre 12 mila visitatori all’anno fin quando il sito non è stato chiuso al pubblico, è unico nel suo genere in quanto le capanne, sepolte dall’eruzione vulcanica, si sono conservate attraverso il loro calco nel fango e nella cenere che le ha inglobate, sigillando anche tutte le suppellettili che si trovavano nelle stesse al momento del disastroso evento. «Una falda acquifera sottostante l’area ha invaso la zona delle capanne – spiega Amato – mettendone a rischio la loro stessa sopravvivenza, con la probabilità che, a breve, il mondo perderà una testimonianza unica, per la quale si era avanzata qualche anno fa anche la possibilità di richiederne l’inserimento nella lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Nonostante la straordinaria importanza del sito – continua Amato – le Istituzioni, e soprattutto il Ministero ai Beni Culturali, hanno riservato sempre scarsa attenzione allo stesso. Sono stati sospesi pure i 99 mila euro stanziati dalla Regione e non si ha notizia di alcuna iniziativa in merito all’emergenza in atto».