Portici . Accordo raggiunto per le votazioni del Collegio Revisore dei Conti. Il consiglio comunale della città della Reggia si è riunito lunedì sera ed è statp finalmente eletto il nuovo organismo formato da un presidente e due componenti. Il nuovo presidente del Collegio nominato tra i due nomi presentati dalle forze di maggioranza è Francesco Romano eletto con sedici voti, l’altro candidato Ciro Panariello ha avuto invece tredici preferenze. Gli altri due componenti, Francesco Russo ha avuto quindici voti, invece il terzo componente Rosario Poliso è stato eletto con dodici preferenze. Un altro candidato come componente, Ferdinando Tucci, ha avuto invece tre voti. Da un rapido calcolo dei voti appaiono chiare alcune dovute riflessioni. Sorgerebbe spontaneo il dubbio secondo il quale maggioranza ed opposizione potrebbero aver raggiunto un probabile accordo. Il candidato portato avanti dalle forze di opposizione è infatti Rosario Poliso, che secondo un rapido conteggio dei banchi di minoranza non avrebbe dovuto avere più di sette o otto voti. I conti non sono chiari. Poliso è stato eletto con dodici preferenze, segno che alcuni consiglieri della maggioranza avrebbero espresso una votazione per un candidato presentato dalle forze politiche avversarie. Non sarebbe l’unica stranezza emersa dalla sala del consiglio comunale. Un’altra votazione che lascerebbe qualche sospetto è quella del Presidente. Partendo dal presupposto che in linea generale e teorica l’elezione del presidente e del secondo componente, sarebbero candidati presentati dalle forze di maggioranza, e soprattutto sul voto del presidente, la minoranza che dovrebbe fungere da opposizione tende ad astenersi, come è avvenuto anche per la scorsa nomina del collegio dei revisori dei conti. Ed invece ogni scheda, per un totale di 29, portava una preferenza per la nomina del Presidente. Anche l’opposizione si sarebbe espressa su una votazione che tradizionalmente toccherebbe alla sola maggioranza. Le votazioni sono alquanto evidenti, voti aggiuntivi per il candidato delle forze di opposizione e tutti i voti espressi per il presidente. Si potrebbe anche ipotizzare, ad onor del vero, una piena fiducia di tutti i consiglieri nei candidati e ogni voto potrebbe essere stato espresso senza alcun tipo di accordo pregresso.