“In riferimento agli attacchi alla mia persona aventi ad oggetto presunte consulenze ed incarichi dell’Acse affidati a miei parenti, ritengo strumentali e di basso livello politico le accuse rivoltemi. Ho la sensazione che queste accuse abbiano una regia chiara che fa capo a qualche esponente politico del salernitano, che ancora non ha digerito di esser stato ‘cacciato’ dalla politica scafatese e che, probabilmente, vuole vendicarsi delegittimando l’operato di questa amministrazione.
Rispetto alla questione Acse, lo ribadisco ‘Nessun mio parente ha ricevuto incarichi o consulenze dall’Acse, non ho società personali o di parenti che hanno ricevuto incarichi dall’Acse’. La mia società, tra l’altro, si occupa di medicina del lavoro e non delle materie oggetto degli incarichi. Il sig. Paolillo, inoltre, è stato socio di miei parenti dieci anni fa, dal 2002 al 2003. Da quanto ho letto dai giornali, è un fatto notorio che gli unici incarichi concessi, in modo credo legittimo dall’Acse, sono stati affidati a parenti di chi prima del sottoscritto ha gestito la cosa pubblica. Ad esempio, a detta dell’ex presidente dell’Acse, su segnalazione dell’ex sindaco, hanno beneficiato di incarichi ben due suoi parenti, il dott. Conte e l’avv. D’Alessandro. Addirittura tra gli avvocati che in passato hanno avuto incarichi dal governo di centro-sinistra risultano il fratello dell’ex sindaco, il genero di un noto esponente del PD, il vicesindaco del governo Bottoni e la sorella di un assessore della giunta Bottoni. Nella società Scafati Sviluppo, invece, l’attuale consigliere d’opposizione Buono, prima di insediarsi al Comune, da uomo di partito aveva avuto un incarico di consulenza fiscale presso una società che non produceva nulla.
Tra gli incarichi presso la partecipata comunale Acse Spa, figura, inoltre, la sorella di una candidata nelle liste dell’IDV. Il vero fatto anomalo, sul quale sarebbe opportuno avviare un approfondimento, riguarda, il doppio incarico assegnato dall’ex sindaco alla giornalista Daniela Faiella, la quale, svolgeva contemporaneamente un incarico con contratto full time presso il Comune e lo stesso incarico presso la partecipata comunale al 100% Acse Spa con ulteriori 10mila euro annui. Si tratta di un fatto moralmente condannabile e credo caratterizzato da aspetti illegittimi.
Non so se reputare scandalose, a questo punto, anche le prestazioni artistiche in rassegne passate di parenti diretti di consiglieri comunali dell’allora maggioranza che hanno ottenuto ovvi compensi.
Comparando, inoltre, i costi gestionali sostenuti dall’Acse nel 2007 e le proiezioni del 2011 è evidente il risparmio che la partecipata comunale ha ottenuto attraverso una politica sicuramente più ponderata. La stessa gestione dei costi è stata applicata agli incarichi affidati da questa amministrazione, assegnati solo ed esclusivamente perché imposti dalla legge. I professionisti in questione, inoltre, svolgono le proprie competenze a costi irrisori e assolutamente competitivi. Se esistono professionisti con le stesse competenze a costi ancora più convenienti sarò il primo a presentarli al C.d.A.
La verità è che mentre oggi gli incarichi sono affidati a persone di fiducia di questa amministrazione, è evidente che prima erano divisi all’interno di un clan e in ambito familiare. A questo punto mi corre l’obbligo, al fine di ridimensionare le continue strumentalizzazioni ormai diventate dequalificanti per la politica locale, di pubblicare sul sito del comune e in un dossier, i nomi, i cognomi, le parentele e gli importi degli incarichi affidati in passato dal centro-sinistra”.
Michelangelo Ambrunzo:
“Smentisco categoricamente di aver affermato quanto è stato pubblicato dal quotidiano ‘Il Mattino’. Non avevo in alcun modo offeso l’amministrazione, anzi avevo addirittura precisato che conferire incarichi non è un reato. Per correttezza politica, come ho sempre fatto, avrei avvisato prima le persone nominate nelle mie dichiarazioni”.