Sulla rotonda di via Panoramica a Boscoreale è stato il giorno del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Accompagnato dall’onorevole Donati, ha discusso con la popolazione, ascoltando, a tratti silenziosamente il dissenso e lo sconforto della gente comune.
C’è stato un po’ di disagio per alcune persone che non riuscivano a sentire quello che veniva detto, perché l’onorevole si è rifiutato di parlare al microfono. A chi li accusava di non essersi mai fatti vedere prima di oggi, l’on. Donati ha risposto: «Al Parlamento, per quanto ci è possibile, cerchiamo di schierarci contro l’apertura della Cava Vitiello e verso la chiusura immediata dell’attuale discarica. Non ci interessa di fare la campagna elettorale. Oggi abbiamo capito, venendo qui, che la situazione in cui i cittadini sono costretti a vivere, è ben diversa da come viene descritta dai media. Ci schiereremo nettamente a favore di questa gente e porteremo in Parlamento il vostro dissenso». Il decreto firmato da pochi giorni dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e prima approvato dal Parlamento prescrive che la Cava Vitiello non sarà aperta, salvo casi di criticità. Qui l’on. Donati, tace.
Di Pietro afferma che «l’Italia dei Valori, ha espresso il suo “NO!” deciso al sistema di gestione e smaltimento rifiuti della Campania, portando al Palazzo Chigi un sacchetto nero dell’immondizia». L’iniziativa è stata del dipietrista Barbato.
«L’Italia dei Valori – afferma Di Pietro – dice no alla costruzione di altri inceneritori in Campania, sì alla raccolta differenziata e ai siti di compostaggio. Per ora la regionalizzazione dei rifiuti serve per cominciare a cambiare lo stato delle cose, e i cittadini devono attendere altri tre anni e sacrificarsi ancora un po’ per raggiungere i “rifiuti zero”. Cava Sari, non doveva essere aperta in un centro abitato, le discariche si aprono in zone fuori dai centri abitati, e con meno densità di popolazione». Inoltre aggiunge: «Non condivido il comunicato stampa in cui il Procuratore di Nola, Mancuso, intima al sindaco di Terzigno di revocare l’ordinanza in cui bloccava gli sversamenti in Cava Sari».
A niente è servito ai cittadini recarsi all’entrata di Cava Sari insieme ai due parlamentari. Le forze dell’ordine non hanno permesso loro di arrivare alla discarica, e neanche a Di Pietro, a meno che non avesse deciso di entrare da solo. La risposta è stata: «State occupando qui, abusivamente», perché gli ecomostri sono zone militari, quindi invalicabili, in virtù della legge 123/08.
Giovanna Sorrentino