La Guardia di Finanza sequestra una villa-albergo nei pressi del Parco Nazionale del Vesuvio

È stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Napoli, un complesso turistico alberghiero del valore di 20 milioni di euro, mentre sono state denunciate 14 persone. Una società privata, la Ansari srl, aveva indebitamente percepito dei finanziamenti per la costruzione della struttura attraverso un articolato sistema di frode. Infatti, la truffa ha permesso agli indagati di intascare illecitamente un finanziamento statale pari a 5 milioni di euro. La rea società ha goduto degli incentivi legati alla legge 488 per lo sviluppo economico del Mezzogiorno. I contributi sortiti sono stati utilizzati da parte dell’amministratore della società, Antonio Formisano, 52enne di Pompei, per la costruzione del complesso turistico alberghiero “Villa Rota Resort” di Boscotrecase. Grazie ad una verifica avviata dalle Fiamme Gialle nel 2007 è emerso che, per ottenere il contributo, tramite Formisano la Ansari aveva falsamente documentato all’allora ministero delle Attività produttive spese per l’acquisto del terreno di circa 4 ettari, sul quale è stata costruita “Villa Rota” per 3 milioni e investimenti per la costruzione del complesso alberghiero per oltre 18 milioni. Per quanto riguarda i 18 milioni impiegati per i lavori di edificazione, “sulla carta” le società hanno fornito beni e eseguito i lavori edili alla Ansari, e Formisano, in concorso con i titolari delle ditte, puri prestanome, ha utilizzato nella contabilità della Ansari fatture false, per lavori mai eseguiti, in modo da documentare spese e beneficiare di un contributo superiore. Le società incassavano il pagamento delle fatture, prevalentemente con assegni che rimettevano a Formisano, il quel disponeva di delega a operare sui conti degli “esecutori” dei lavori. Le somme ricevute  tornavano, quindi, sui suoi conti personali.

Mentre, la vendita alla Ansari in realtà era fittizia e fatta a discapito della zia 96enne dell’amministratore, la reale proprietà del suolo è, attraverso un’altra società, di Formisano stesso. Realizzata una prima vendita del suolo all’anziana zia, inizialmente per circa 150mila euro, Formisano ha poi riacquistato il terreno trasferendolo all’Ansari, simulando il pagamento per 3 milioni alla zia, soldi rientrati nei suoi conti. I lavori effettivamente eseguiti, come emerso dalle indagini, sarebbero stati solo quelli realizzati da una ditta edile di Formisano. La truffa ha visto anche il coinvolgimento di un consulente fiscale, anch’egli indagato, che ha predisposto le fatture dei fornitori con lo scopo di aumentare in maniera fittizia le spese per “Villa Rota”. Infine è stato accertato un apocrifo apporto finanziario dei soci della Ansari, tra cui Maria Tecla Romalda, moglie di Formisano, per oltre 10 milioni. Il decreto di sequestro emesso dal gip ha riguardato anche le quote sociali dell’Ansari srl, per un valore di oltre 20 milioni.

Emilia Carillo

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