“La Cantata dei pastori” de “Gli amici del sig. G” alla prima della rassegna teatrale di Saviano

È la prima opera portata in scena nella settima edizione della Rassegna al Teatro Auditorium di Saviano. La manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Saviano. All’esordio della Rassegna i detentori del titolo, vincitori della passata edizione: la  Compagnia Teatrale “Gli amici del sig. G.”, proveniente da San Gennarello di Ottaviano (NA), con “La Cantata dei pastori” per la regia di Gianni Parisi.

L’opera, stravolta da punto di vista artistico da quella composta alla fine del ‘600 da Andrea Perrucci: l’obiettivo era di trasmettere alle masse popolari il messaggio cristiano. Nella storia si prorompe il personaggio comico dando all’opera nuovo senso artistico. Con tali prerogative, con l’evoluzione scenica quale elemento di studio, lo spettacolo è stato scelto, dalla stessa compagnia per una proposizione nelle scuole. Ecco che, in diverse mattinate, l’opera è stata portata in scena nella sala del cinema locale a S. Giuseppe Vesuviano. Successivamente, dopo il contatto scolastico visto quale insegnamento e cultura da trasmettere, l’esperienza del giovanissimo pubblico, ha fatto preferire questa proposizione, anche quale  argomento per la Rassegna  Festival città di Saviano.

Lo stesso regista Gianni Parisi, attualmente impegnato con la compagnia di Carlo Buccirosso, ebbe, in passato, modo di rappresentarla, tra i protagonisti, nella compagnia del Sannazzaro e quindi ha voluto riproporre al grande pubblico, quella che all’ora fu, sicuramente, una memorabile esperienza. Un’opera di teatro religioso che comunque rappresenta lo scenario della natività. Una commedia che, sicuramente, richiama il clima natalizio. Ma come ribadito dietro questa considerazione c’è tutta una evoluzione: La prima edizione fu presentata al pubblico da Andrea Perrucci “1651-1706” nel 1698 con il titolo: “Il Vero Lume tra l’Ombre, ovvero la Spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umanato”, usando lo pseudonimo di Ruggiero Casimiro Ugone.

Tra i protagonisti della sacra rappresentazione venne inserito uno scrivano inviato in Palestina, un personaggio comico perennemente affamato. Successivamente rivista in numerose riedizioni, alla fine del ‘700, venne introdotto un altro personaggio comico, “Sarchiapone”. L’opera di adattò, in conclusione, verso il comico ed il profano.

La trama: il viaggio, oltre 2000 anni fa, di Maria e Giuseppe verso Betlemme, le insidie dei Diavoli. Il male sconfitto ad opera degli Angeli e, al termine, vi sarà l’adorazione dei vari e classici personaggi del presepe. Mito ed rinnovamento ne “La cantata dei pastori”. Il mito scenico, oltre che dato storico, è quello del Natale e si esplica attraverso l’elemento emozionale; il rinnovamento nell’azione è invece, prerogativa dei due personaggi principali, Razzullo, e Sarchiapone, uno squinternato, distratto alquanto, reso esilarante per esigenze sceniche. Molto suggestiva la scenografia ad apertura del sipario: uno sfondo nero dove prevale l’abisso dell’inferno, i cui demoni, con tanto di nero- rosso nell’abbigliamento, vagano, furiosi, carchi d’odio e di  battute esilaranti, sul palcoscenico. A contrasto di ciò la scena delle comicità e la nascita del bimbo nell’epilogo: salvezza per l’umanità, secondo la credenza cristiana. Motivi musicali, da clima presepi,  alla chiusura del sipario. Nulla di genericità irriverente, come la superficialità indurre a credere, ma senso artistico, teatrale.

Antonio Romano

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