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Scavi di Pompei: altri due muri crollati. Le indagini sui lavori di restauro

Altri due crolli di “lieve entità” come vengono ormai considerati da Ministero e Soprintendenza. Gli Scavi di Pompei continuano a perdere pezzi, crollando sotto i colpi della pioggia e dell’incuria. O, per meglio dire, delle cure sbagliate. Stavolta sono venuti giù un muro “grezzo” lungo via Stabiana ed una parete d’accesso di un piccolo ambiente laterale di servizio della “domus del lupanare”. La Soprintendenza archeologia speciale di Napoli e Pompei minimizza sui due crolli avvenuti nella Regio VII, insula 2 e nella Regio IX, insula 5. Entrambi i muri sarebbero crollati tra stanotte e le prime luci dell’alba, e dalla Soprintendenza fanno sapere che sono già partiti gli interventi. «Le cadute di tali parti murarie – cita una nota ufficiale – vanno verosimilmente riportate alla perdita di coesione della malta antica che le legava a seguito delle martellanti piogge di questi giorni». La soprintendente Jeannette Papadopoulos predica calma e chiede di non «generare allarmismo né casi sensazionalistici».

Tornando ai crolli precedenti, quelli del 6 novembre alla Schola Armaturarum e il muro del giardino della Casa del Moralista scoperto ieri (30 novembre), vanno inquadrati diversamente. Infatti, se è vero che il maltempo non sta dando tregua agli Scavi di Pompei, è pur vero che entrambe le strutture crollate hanno subito interventi di restauro, manutenzione o ristrutturazione tra il luglio 2009 e il marzo 2010. Insomma, erano venute a galla criticità, ma gli interventi sono stati evidentemente scadenti.

Infatti, sul crollo della Schola, le indagini proseguono e ora si concentrano sui lavori di manutenzione e restauro dei solai effettuati lo scorso anno su diverse domus. Dalle 8 alle 16 di ieri, i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata, coordinati dal capitano Luca Toti, hanno effettuato un nuovo blitz all’interno degli uffici della Soprintendenza archeologica di Pompei: i militari dell’arma, su delega della procura di Torre Annunziata, hanno acquisito documenti presso la soprintendenza. Tra questi, anche alcuni carteggi riguardanti i lavori di restauro avvenuti dal 2009 ad oggi, quelli cioè che hanno anche interessato la domus dei gladiatori proprio nel luglio dello scorso anno. Pare, inoltre, che non tutti gli operai impiegati nei lavori fossero specializzati nei restauri e molti di essi erano stranieri. Attenzione anche agli allarmi di possibili crolli lanciati già a febbraio 2010 da Varone e rimasti inascoltati. Secondo quanto riferito dalla Uil Beni Culturali «i carabinieri hanno sequestrato anche il registro dove vengono riportate le segnalazioni fatte dai custodi». Dal quel registro, pare addirittura che cedimenti alla schola siano stati notati già a partire dal 2 novembre, quattro giorni prima del crollo vero e proprio, ma che nessuno è poi intervenuto per controllare. Tutto il materiale raccolto è potenzialmente utile per ricostruire la gestione degli scavi negli ultimi anni e valutarne eventuali irregolarità e sarà consegnato nelle mani del procuratore capo Diego Marmo, insieme al verbale dell’interrogatorio all’architetto Paola Rispoli, capo dell’ufficio tecnico, interrogata per tutta la mattinata di ieri. La Procura, tuttavia, prevede che lo studio dei documenti richiederà tempi non brevi, anche se le indagini sul crollo potrebbero essere arrivate finalmente ad una svolta. Per il momento, la Procura di Torre Annunziata continua ad indagare contro ignoti per il crollo della schola, ma presto potrebbero essere iscritti i primi nomi nel registro degli indagati.

Dario Sautto

Foto Gennaro Manzo


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