Somma Vesuviana: centenario della fondazione del I Circolo “Raffaele Arfè”

La magia della lirica corale nell’emozionante cornice della Chiesa di San Domenico. Il maestro e l’allievo che s’incontrano per rivivere insieme un ricordo, forse il più vivo e sentito a Somma: i cento anni dalla posa della prima pietra del Circolo Didattico Raffaele Arfè. Un momento non comune per celebrare i cento anni di un’altrettanto non comune scuola. Si tratta dell’edificio scolastico più antico di Somma, quello che i cittadini amano ricordare come “non una scuola della città, ma La scuola della città”. Edificato nel 1910, il I Circolo Arfè è stato il punto d’inizio, il fine La, lo slancio iniziale della nobile carriera di molti uomini che nell’arco di un secolo hanno scritto la storia di Somma, ma anche dell’Italia. Nelle aule della centenaria scuola si ricordano, tra i banchi, i posti di ex Senatori, letterati e Sindaci che hanno portato sempre nel cuore il ricordo di una campana che suonando annunziava l’inizio delle lezioni, le bacchettate educative di severi ma amorevoli insegnanti che impugnavano in una mano lo scudiscio, ma nell’altra la rosa della sapienza. Cento anni, dunque, non di una semplice scuola elementare, ma di una casa che ha segnato la vita di chiunque l’abbia frequentata. E quale migliore occasione per celebrare con una grande festa questo Istituto. Una serata entusiasmante, curata nei minimi dettagli che ha permesso di celebrare questa scuola e chi l’ha vissuta, in un clima di emozione e serenità. La serata è stata scissa in due momenti davvero toccanti: un meeting tra vecchi e nuovi studenti del I Circolo, all’interno della Chiesa di San Domenico, ed una mostra iconografica nella scuola stessa. Alla serata erano presenti tutti, ex alunni, cariche politiche e chiunque abbia almeno una volta nella vita sentito parlare della scuola Arfè. Il tutto è cominciato con la suggestiva esibizione del maestro Aniello Sepe che ha sbalordito tutti con la sua voce intonante le note del celebre Inno di Mameli e de “La Vergine degli Angeli”, canto d’invocazione alla Madre Celeste, tratto dalla Forza del Destino diGiuseppe Verdi. Chiamato dal Preside della scuola, Prof. Francesco D’Ascoli, per formare un coro di voci bianche, Sepe ha messo anima e cuore nel realizzare un progetto dagli esiti eccezionali: un gruppo di bambini e bambine accuratamente selezionati per doti vocali, timbro ed intonazione. “E’ stata una manifestazione stupenda” afferma il Maestro Sepe “Quando si lavora con i bambini è sempre bellissimo; vedi in loro la spontaneità ed il desiderio di apprendere!” Il tenore Aniello Sepe, laureato al conservatorio “S. Pietro a Maiella” di Napoli con il massimo dei voti e vincitore di vari concorsi nazionali ed internazionali di canto lirico, ha in pochissimo tempo messo su questo coro di futuri e promettenti cantori che si sono esibiti con il celebre “Muntagna e’ stu core” canto tradizionale sommese, raggiungendo un livello assolutamente ottimo ma, comunque, inaspettato. “Ho accettato con gioia l’invito che mi è stato rivolto da parte del Preside D’Ascoli” continua Sepe “Partecipare a questa emozionante manifestazione mi ha riempito d’onore”. E non bastavano le divine corde vocali del Tenore d’Ottaviano ad emozionare i presenti. Ad incrementare la dose sono state anche le parole degli ospiti della serata che, riportando ciascuno la propria testimonianza, hanno commosso chiunque li ascoltasse. Tra gli ospiti erano presenti il Preside Francesco D’Ascoli; l’Ing. Pietro Esposito, Direttore Generale del MIUR Campania; la Dott.ssa Alessandra Monda, Ispettrice del Ministero della Pubblica Istruzione; il Prof. Enrico Di Lorenzo, ex alunno del I Circolo Arfè e docente emerito di Letteratura latina; il Prof. Achille Alfonso Romano, ex docente e vicario; il Dott. Domenico Russo, ex alunno e Direttore del Distretto Sanitario – Storico Locale e l’Arch. Vincenzo Coppola, Presidente del Circolo. Molto sentito è stato anche l’intervento del Sindaco di Somma, Dott. Raffaele Allocca, sempre vicino e presente a questo genere di occasioni, ancor più in questa, dal momento che è stato egli stesso ex alunno dell’Istituto Arfè. “Attraverso qualche ricordo” ha esordito il Sindaco Allocca “voglio ringraziare chi rimembrando ha celebrato questo momento.” E continuando “Questa sera vorrei essere un ottimo oratore per trovare le parole adatte a celebrare questo evento che resterà per sempre nella storia di Somma.” Nell’occasione il Primo cittadino non ha dimenticato di far sapere a tutta la cittadinanza la sua intenzione di realizzare una cittadella scolastica che valorizzi maggiormente il I Circolo Arfè. Terminati gli interventi di quanti hanno sentito il bisogno di riportare il proprio ricordo della scuola Arfè, la prima tranche è stata chiusa dalla suggestiva performance della corale polifonica di Somma che si è esibita con i brani, La Madonna delle Grazie, I cieli narrano e Sotto il velo del cielo. Conclusi i quasi interminabili, ma meritatissimi, applausi per la corale, il fiume di gente accorsa alla serata si è spostata all’interno dei locali della sede centrale della scuola, in Via Roma, dove il taglio del nastro da parte del Sindaco ha inaugurato una semplicemente eccezionale mostra di foto e documenti. Cento anni di storia raccontati nelle fotografie di alunni e docenti che, nel tempo, si sono susseguiti. Un lavoro molto lungo che ha necessitato della collaborazione di molti. “E’ stata una lunga ricerca” ci spiega la Prof. Maria Di Fiore, vicario dell’Arfè “Il nostro maggior informatore, la nostra memoria storica, è stato il Prof. Achille Alfonso Romano che ha lavorato per tantissimi anni in questa scuola. E’ arrivato qui giovanissimo ed è stato vicario per tanti anni. Adesso è in pensione, ed è proprio lui che ci ha fornito tutte le informazioni sul I Circolo Arfè. Alla realizzazione di questo evento ed alla sua buona riuscita, però, hanno contribuito molto anche i genitori mettendo a nostra disposizione foto storiche e documenti di moltissimi anni addietro. In modo particolare” continua la Di Fiore “è stato molto vicino al nostro lavoro il Dott. Mimmo Auriemma, figlio del famoso avvocato e poeta Gino Auriemma a cui è stata anche dedicata una strada qui a Somma, che ci ha fornito di un gran numero di fotografie della scuola nei passati decenni, ma anche di fotografie del poeta e dello stesso Raffaele Arfè, padre del Senatore Arfè, da poco venuto a mancare.” Non solo storia, però, per il I Circolo Arfè. La modernità si è ben mescolata al clima di antica cultura che si respira in questo Istituto. Iniziative e collaborazioni sono all’ordine del giorno e vedono soventi i giovani studenti impegnati nel volontariato. “Oggi la scuola è pienamente occupata nel sociale” riprende il vicario Di Fiore “E’, infatti, in atto un gemellaggio con il Burundi con testimonial Claudia Koll. Abbiamo adottato tantissimi bambini in questo villaggio e cerchiamo di spingere i nostri a vivere secondo i buoni propositi.” Imparare i bambini a saper vivere, concetto cardine del I Circolo Arfè e ribadito più volte dal Preside D’Ascoli “L’edificio scolastico non può parlare” risponde il Preside “ma nelle pietre è possibile leggere la storia degli uomini che hanno frequentato questa scuola. E’ davvero prestigiosa nel senso che è stata una delle prime scuole, anzi l’unica, che 100 anni fa c’era sul territorio. La scuola elementare che io ho frequentato ad Ottaviano riportava il timbro del Distretto Scolastico di Somma Vesuviana. Ne era una succursale. Molti volti noti della cultura sono stati ex alunni di questa scuola, come l’On. De Martino, il Senatore Arfè e tutti i Sindaci di Somma. Oggi come oggi, il nostro principale interesse è dare a tutti i bambini un messaggio forte per fare in modo che loro acquisiscano quella formazione che li renda capaci di provvedere alla risoluzione dei danni che noi abbiamo fatto. Il nostro obiettivo, dunque, è quello di formare il cittadino del domani che abbia una maggiore coscienza civile così da creare una realtà sociale migliore per l’umanità.” Dunque, signor Preside, “Non scholae sed vitae discimus”, come diceva Seneca! “Sì, non scholae sed vitae discimus, questo è il nostro motto!”.

Giuseppe Annunziata

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