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Ercolano: il degrado di corso Resina

Corso Resina come “Beirut”: questo l’amaro sfogo dei residenti esasperati da uno stato di abbandono che da anni umilia e vanifica gli sforzi di quanti sono rimasti ed hanno investito nella propria terra natia. Terra “ingrata” a giudicare dalla mole di disservizi che quotidianamente assilla un bacino d’utenza sommerso da tasse e oneri di ogni genere, sempre più avvilito nel rincorrere diritti che sistematicamente vengono ignorati dagli organi governativi centrali. Troppe le disillusioni, i fallimenti amministrativi a monte di un malessere endemico che accomuna da anni gran parte della comunità ercolanese: qui si ragiona ad “aree” più o meno legate ad interessi personali e non a favore della crescita unitaria del paese.  Per non parlare della suscettibilità di molti amministratori locali a cui basta rivolgere poche “imbarazzanti ma veritiere domande” per mandarli su tutte le furie ed assistere ad un carosello di accuse a scarica barile che francamente offendono l’intelligenza di chi ascolta. Basti osservare gli inutili “mausolei” che sorgono nel cosiddetto perimetro del Miglio d’Oro (tra cui un incomprensibile “Caffè Letterario”) per calarsi nel più totale oscurantismo socio culturale che ormai affonda la città nelle proprie incredibili incongruenze: si parla infatti di dare  una nuova sede ai Carabinieri nell’ex Clinica Cataldo, edificio acquistato dal Comune e situato in prossimità dell’attuale Comando Vigili, quando ancora è possibile leggere Ministero della Difesa su un’altra struttura sorta tempo  addietro  nella frazione via Doglie e poi incredibilmente sequestrata ancora ad oggi non si comprende bene perché. Sequestrata, confiscata, poco cambia: fatto sta che il monumento all’inutilità  resta li praticamente ultimato e in stato di abbandono. “Quello che più amareggia – commentano i cittadini – è la mancanza di dialogo con le istituzioni locali e nazionali. Non è possibile che i nostri politici si facciano vedere solo in occasione delle campagne elettorali per poi sparire in un “letargo” che dura cinque anni. Ci sentiamo presi in giro e abbandonati da chi ha promesso tanto e mantenuto meno. Di questo passo saremo costretti a cercare altrove la serenità esistenziale che questa città bella e dannata  non è in grado di offrire ad onesti contribuenti. Abbiamo fiducia nel sindaco Vincenzo Strazzullo al quale guardiamo come unica ancora di salvezza da un naufragio annunciato. Non lasciamo che duemila anni di storia vengano mortificati dall’ incapacità e dalla mala fede di taluni amministratori. Siamo stanchi di subire passivamente. Lotteremo, nel limite della legalità e della trasparenza, perché si torni ad essere fieri di essere “ercolanesi” e non etichettati con disprezzo quali “resinari incapaci e piantagrane”.

Alfonso Maria Liguori

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