Distribuire equamente il carico di lavoro fra i vari Cantieri del gruppo, non era una semplice richiesta, ma un grido d’allarme per mantenere vivo il Cantiere e preservare il livello occupazionale, lanciato dai Lavoratori del Cantiere, dall’Indotto e dai Sindacati. All’epoca, l’ex Sindaco Vozza, eletto presidente di un comitato di sindaci delle Città-Cantiere, cosa riuscì ad ottenere? Beh attualmente il Cantiere di Castellammare versa in uno stato pietoso: da un anno a cassa integrazione e oggi senza lavoro, mentre i Cantieri delle altre Città, stanno ancora lavorando e ottengono finanziamenti per la ristrutturazione.
Si legge sulla stampa locale: “E’ stata ottenuta la copertura per la Cassa integrale per l’indotto Fincantieri per tutto il 2011” e qualcuno se ne fa un vanto personale. Forse non tutti sanno, e questo è da rendere pubblico perché gli operai e la cittadinanza devono sapere, che la piccola azienda dell’indotto deve versare all’INPS una quota parte del 4% sulla Cassa Integrazione, comunque l’operaio continua a maturare il TFR e poi ci sono le spese aziendali, tutto ciò grava non poco sulla piccola azienda, dando dei numeri, sono circa Duecento (200,00 €) al mese per ogni operaio. Ovvero € 2.500 anno/operaio, quindi, se una azienda ha 10 operai dovrà garantire € 25.000 per un anno senza ottenere nessuna entrata.
Un anno fa, le aziende dell’indotto hanno creduto ad una possibile ripresa e responsabilmente si sono caricati di oneri e spese, per fare in modo che non si disperdesse quel bagaglio di capacità lavorative ed esperienze, acquisito nei decenni nel settore delle costruzioni navali, patrimonio e vanto del nostro glorioso Cantiere. Ma un altro anno al buio e senza intravedere uno spiraglio, onestamente le aziende non se la sentono di firmare anche per la Cassa integrale per tutto il 2011.
Il PDL di Castellammare, a nome del responsabile delle attività produttive Franco MASCOLO, chiede alla Regione Campania e al Governo anche in virtù della “pioggia di miliardi” annunciata dal Governo per il sud, di verificare la possibilità di modificare i criteri della Cassa Integrazione (se cosi deve essere l’attuale percorso dato dalla pesante crisi che attanaglia il settore navale) e farsi carico anche della quota parte che le piccole aziende sono costrette a versare, ed invita i Sindacati tutti a sostenere questa giusta causa.
Se ci sta a cuore la sorte degli Operai, vanno prima salvaguardate le aziende, altrimenti si rischia che a versare soldi senza nessun rientro, nelle casse non resterà nemmeno il TFR accumulato e riservato all’operaio.
Premesso quanto sopra, Franco Mascolo nonchè imprenditore dell’indotto, lancia la sua proposta, “Anziché sperperare danaro pubblico per mantenere gli operai a cassa integrazione senza nulla produrre, si potrebbe costruire naviglio a fondo magazzino, navi utili a percorrere il mediterraneo (navi tecnologicamente avanzate, tipo ultimi traghetti costruiti proprio a Castellammare) di proprietà dello Stato o della Regione.